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«Ritratto di Arnold Bode» di Gerhard Richter (particolare), Kassel, mhk. Foto: mhk, Neue Galerie

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«Ritratto di Arnold Bode» di Gerhard Richter (particolare), Kassel, mhk. Foto: mhk, Neue Galerie

made in documenta

La Neue Galerie riapre con opere rappresentative di ogni edizione della kermesse tedesca

Francesca Petretto

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Il grande polo museale mhkmuseumlandaschft hessen kassel raccoglie sotto lo stesso ombrello una ricca varietà di edifici storici che ospitano le collezioni di casa e le mostre speciali che vi vengono di volta in volta allestite.

La Neue Galerie vi occupa un posto di primo piano, sede di più collezioni (le cittadine, di Kassel, e le statali, del Land Hessen, l’Assia) dalla pittura romantica paesaggistica del XIX secolo all’arte contemporanea, passando per i capolavori dell’Impressionismo tedesco, offrendo ai visitatori un dialogo tra le diverse epoche.

Trovandosi a Kassel, tuttavia, regina fra tutte è la collezione di documenta, l’importante manifestazione internazionale d’arte contemporanea che vi si tiene con cadenza quinquennale. Le opere esposte nelle sue diverse edizioni sono state acquisite dal mhk a partire dal 1982 con una spesa divisa a metà tra Land e città.

Chiusasi il 17 settembre 2017 l’ultima documenta 14 del direttore artistico Adam Szymczyk, dopo due anni di restauro dei locali del museo e di alcune installazioni originali, le porte della Neue Gallerie si riaprono a partire dal 22 novembre ai visitatori di tutto il mondo invitati a riscoprire la grande collezione made in documenta arricchita da una massiccia integrazione di opere delle più recenti edizioni: circa 50 lavori che hanno comportato a loro volta un nuovo allestimento d’insieme e una nuova curatela che inquadra rispetto al passato diversi punti fondamentali per il percorso museografico.

La mostra «about: documenta» ha per obiettivo quello di illustrare come ogni singola edizione della kermesse che ha avuto luogo in questi 52 anni sia stata rappresentativa dell’evolversi di un preciso discorso nel tempo, di uno Zeitgeist in continua trasformazione e crescita.

La narrazione si dipana nel susseguirsi di sale dedicate alle 14 edizioni svoltesi a Kassel (con l’eccezione della sede doppia Kassel-Atene nel 2017) dal 1955 ad oggi, raccontando anche lo sforzo compiuto da documenta stessa in un esercizio di autocomprensione.

Ospitata dal piano nobile dell’edificio, la nuova collezione è costituita esclusivamente da opere originali e dai documenti che hanno fatto da corollario a ogni edizione; è un affascinante tour storico-concettuale attraverso le singole mostre, i loro curatori, direttori artistici e protagonisti.

Nei piccoli «Kabinetträume» (come dire una sorta di appartati e protetti gabinetti delle stampe) vengono raccontati retroscena e curiosità; nella neonata «Galleria dei ricordi» degli interessanti media-collage accompagnano il racconto con inaspettati colpi di scena; e infine nel cosiddetto «documenta lab» lo spettatore può interagire direttamente con le opere d’arte esposte. Nata dalla cooperazione di documenta, Museum Fredericianum e documenta-archiv, la mostra non offre certamente un quadro definitivo di ciò che documenta è e potrà essere in futuro, ma si fa parte attiva di un vivace, continuo dibattito sulla sua storia e le sue potenzialità.

«Ritratto di Arnold Bode» di Gerhard Richter (particolare), Kassel, mhk. Foto: mhk, Neue Galerie

Francesca Petretto, 21 novembre 2019 | © Riproduzione riservata

made in documenta | Francesca Petretto

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