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Le trasparenze di Zecchin

Dopo Ettore Sottsass, a connotare la programmazione autunnale e invernale delle Stanze del Vetro, sull’Isola di San Giorgio Maggiore, arriva Vittorio Zecchin (Murano, 1878-1947)

Veronica Rodenigo

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Figura centrale nella storia della produzione vetraria muranese, Zecchin, figlio d’un tecnico vetraio, formatosi all’Accademia delle Belle Arti veneziana e presto entrato in contatto con la temperie artistica delle Biennali, nel 1921 diventa direttore artistico della vetreria V.S.M. Cappellin Venini & C., fondata in quello stesso anno dai due soci omonimi per rimanervi sino al 1925.

Allo scioglimento del sodalizio societario, che portò alla creazione della V.S.M. Venini & C e della M.V.M. Cappellin & C., Zecchin continuerà la sua direzione con quest’ultima fornace sino all’autunno del 1926. Con 250 manufatti la mostra «Vittorio Zecchin: i vetri trasparenti per Cappellin e Venini», a cura di Marino Barovier, dall’11 settembre al 7 gennaio racconta l’impronta che l’artista seppe imprimere durante questa duplice collaborazione. Distintiva allora apparve la produzione di soffiati monocromi, caratterizzati dall’etereo rigore delle forme e ispirati a manufatti ritratti nella pittura cinquecentesca. Tra questi, il vaso detto «Veronese», presente nella tela dell’«Annunciazione» oggi alle Gallerie dell’Accademia o i servizi da tavola che sembrano trasposti dalle mense del Tintoretto.

La mostra inaugura inoltre la prima edizione della Venice Glass Week (10-17 settembre), festival internazionale dedicato all’arte vetraria, in particolare quella di Murano, che vede coinvolte le principali istituzioni cittadine anche con convegni, esposizioni temporanee, attività didattiche e fornaci aperte (per un elenco completo degli appuntamenti: www.theveniceglassweek.com).

Veronica Rodenigo, 09 settembre 2017 | © Riproduzione riservata

Le trasparenze di Zecchin | Veronica Rodenigo

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