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Nella sesta personale dell’artista bolognese presso Bernier/Eliades venti lavori incorporano materiali organici
- Francesca Interlenghi
- 28 dicembre 2022
- 00’minuti di lettura


«Untitled» (2021), di Pier Paolo Calzolari. Cortesia di Bernier Eliades e dell’artista. Foto Boris Kirpotin
Le tele scultoree di Calzolari
Nella sesta personale dell’artista bolognese presso Bernier/Eliades venti lavori incorporano materiali organici
- Francesca Interlenghi
- 28 dicembre 2022
- 00’minuti di lettura
Francesca Interlenghi
Leggi i suoi articoli«Demons and dew» è la sesta personale che la galleria Bernier/Eliades dedica a Pier Paolo Calzolari (Bologna, 1943), uno dei pionieri dell’Arte povera. In mostra fino al 26 gennaio, venti tele, tutte datate 2021 a eccezione di una del 2017, incorporano elementi scultorei realizzati con materiali organici, come sale, piume, petali di trifoglio e conchiglie.
L’uso inedito di polveri di pigmenti grezzi e colori a tempera stesi in campiture di brillanti gialli, rossi, blu e bianchi, conferisce alle tele un’esuberanza sensuale creando superfici variegate che evocano la natura sotto forma di luce solare, fuoco e cielo notturno. La riflessione condotta è relativa alla caducità e alla delicata bellezza della vita quotidiana.
Corporeità e spiritualità si intrecciano in un continuo gioco di rimandi, di valenze poetiche e metafisiche, come nell’opera «Untitled (Japanese Rain)» dove la «pioggia giapponese» è evocata dall’uso di sale e parole. I lavori evidenziano non solo il coinvolgimento dell’artista con l’energia intrinseca alla materia, ma anche la volontà di rendere visibili il pensiero e l’essenza delle cose.
Con Calzolari, e con la radicale riformulazione della pratica creativa che lo contraddistingue, l’esperienza artistica coincide con l’esperienza stessa del proprio vivere. Autore, spettatore e oggetto vivono un rapporto diretto, fatto di dialogo e interscambio, dal momento che l’opera è uno strumento con cui entrambi compiono, sullo stesso piano di realtà, un medesimo atto di conoscenza e autocoscienza.

«Untitled» (2021), di Pier Paolo Calzolari. Cortesia di Bernier Eliades e dell’artista. Foto Boris Kirpotin