Fondata a Milano nel 2019 per obiettivi sociali, legati alle malattie gravi dell’infanzia, la Fondazione Giorgio e Armanda Marchesani nasce dalla volontà di Armanda Boffa di onorare la memoria del marito istituendo uno spazio culturale rivolto alla collettività, con speciale attenzione ai giovani e alla malattia.
La sede veneziana nelle proprietà di famiglia in Fondamenta Rossa vede al centro l’arte, considerata come forma di comunicazione e di inclusione sociale: non a caso la Fondazione ospita qui dal 2021 l’Associazione Artismo, un laboratorio rivolto alla formazione di artisti meritevoli, ma segnati da varie disabilità, che oggi conta diciotto aderenti che nell’arte hanno trovato grande forza.
Giovani talenti con cui fino all’8 gennaio dialoga Annamaria Gelmi (Trento, 1943) sull’arte e in particolare sulla scultura. Ultima rappresentante di un lungo filo rosso che unisce Trento e Venezia fin dai tempi di Alessandro Vittoria, Annamaria Gelmi ha scelto una serie di opere rappresentative del suo percorso creativo.
Formatasi tra Trento, all’Istituto d’Arte, Milano, a Brera con Cantatore, e Venezia, con Saetti all’Accademia, il suo è un lavoro scultoreo elaborato a partire da materiali diversi che l’artista ha sperimentato nel corso della sua carriera iniziata nel 1970 con le prime esposizioni, quando utilizzava plexiglas, metacrilato e vetro in un linguaggio inizialmente essenzialmente minimalista, privilegiando il bianco e nero.
Nel decennio successivo, quando il suo lavoro viene esposto a Palazzo delle Albere a Trento, a Palazzo dei Diamanti a Ferrara e nell’Hofgarten di Innsbruck, abbandona il minimalismo, citando le forme classiche e utilizzando il colore, cercando sempre più in tempi recenti, la relazione con la spazio naturale e architettonico.

Particolare di una delle opere di Annamaria Gelmi in mostra a Venezia