«In the Shadows Lie Eternity» è la terza personale (la prima nello spazio Tucci Russo Chambres d’Art in via Bertolotti, nel centro di Torino) che la Galleria Tucci Russo dedica a Conrad Shawcross (Londra, 1977). Esplorando concetti filosofici e scientifici, l’artista crea montaggi strutturali e meccanici con un’ampia varietà di materiali. Le sue sculture sono concepite come sistemi che rendono omaggio alle teorie e alle scoperte di alcuni grandi pionieri e, seppur caratterizzate da apparente razionalità scientifica, rimangono misteriose ed enigmatiche.
La mostra, visitabile fino al 7 ottobre, presenta alcuni lavori che si focalizzano sulle ricerche più recenti di Shawcross sulla luce, la geometria e la percezione. Accoglie il visitatore «Patterns of Absence», una suggestiva plastica a parete composta da due dischi colorati e forati che ruotano in senso opposto l’uno all’altro e che modellano la luce attraverso una fitta trama di fori. Nella seconda sala spicca «Paradigm», una pila di tetraedri crescenti, che vuol essere un monito a non dimenticare il carattere precario della conoscenza. Chiude il percorso l’opera sospesa «Slow Arc Inside a Cube XV», una sorta di doppia gabbia di acciaio appesa al soffitto, che proietta sulle pareti un inafferrabile gioco di riverberi.
Il lavoro, che prende ispirazione dagli studi di Dorothy Hodgkins (la scienziata aveva descritto la sua scoperta dell’insulina suina «come il tentativo di definire la struttura di un albero osservandone solo l’ombra»), invita a interrogarsi sulla nostra capacità di immaginare il dispositivo, e il suo funzionamento, muovendo dalla sola osservazione dell’alternanza di buio e luminosità