Cameraman e fotografo dell’esercito americano dopo la liberazione del campo di concentramento di Ohrdruf nell’aprile 1945

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Cameraman e fotografo dell’esercito americano dopo la liberazione del campo di concentramento di Ohrdruf nell’aprile 1945

La memoria della Shoah

Al Museum für Fotografie di Berlino negli scatti dell’Olocausto realizzati da fotografi tedeschi, ebrei e delle forze alleate emergono le abissali differenze di prospettiva tra i loro autori

Il Memoriale dell’Olocausto Yad Vashem presenta per la prima volta in Germania, al Museum für Fotografie di Berlino fino al 20 agosto, la mostra: «Lampi di memoria. La fotografia durante l’Olocausto». Esposta prima a Gerusalemme con la curatela della direttrice della Divisione Musei dello Yad Vashem Vivian Uria, la rassegna analizza in modo critico la documentazione visiva, sotto forma di fotografie e filmati, realizzata durante l’Olocausto da fotografi tedeschi, ebrei e delle forze alleate, mettendo in evidenza le differenti circostanze in cui operarono e le diverse prospettive.

Ben si evince dal materiale esposto, proveniente da archivi e musei statunitensi, europei e israeliani, l’abisso che separa chi scattò immagini per la propaganda nazista e girò film che dipingevano gli ebrei dei ghetti come esseri bestiali, inferiori e meritevoli di essere eliminati, e chi lo fece invece per testimoniare clandestinamente la storia, cercando di documentare la tragedia del popolo ebraico e di trasmetterne informazioni in tutto il mondo, spesso con grandi rischi personali.

O chi ancora, durante la liberazione, vide con i propri increduli occhi (come i soldati alleati e i fotografi che documentarono), le fosse comuni, i forni crematori, le camere a gas, le baracche e i pochi spettrali superstiti dei campi di sterminio, con l’aspirazione di educare il popolo tedesco ai valori della democrazia.

Cameraman e fotografo dell’esercito americano dopo la liberazione del campo di concentramento di Ohrdruf nell’aprile 1945

Francesca Petretto, 26 aprile 2023 | © Riproduzione riservata

La memoria della Shoah | Francesca Petretto

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