Il Memoriale dell’Olocausto Yad Vashem presenta per la prima volta in Germania, al Museum für Fotografie di Berlino fino al 20 agosto, la mostra: «Lampi di memoria. La fotografia durante l’Olocausto». Esposta prima a Gerusalemme con la curatela della direttrice della Divisione Musei dello Yad Vashem Vivian Uria, la rassegna analizza in modo critico la documentazione visiva, sotto forma di fotografie e filmati, realizzata durante l’Olocausto da fotografi tedeschi, ebrei e delle forze alleate, mettendo in evidenza le differenti circostanze in cui operarono e le diverse prospettive.
Ben si evince dal materiale esposto, proveniente da archivi e musei statunitensi, europei e israeliani, l’abisso che separa chi scattò immagini per la propaganda nazista e girò film che dipingevano gli ebrei dei ghetti come esseri bestiali, inferiori e meritevoli di essere eliminati, e chi lo fece invece per testimoniare clandestinamente la storia, cercando di documentare la tragedia del popolo ebraico e di trasmetterne informazioni in tutto il mondo, spesso con grandi rischi personali.
O chi ancora, durante la liberazione, vide con i propri increduli occhi (come i soldati alleati e i fotografi che documentarono), le fosse comuni, i forni crematori, le camere a gas, le baracche e i pochi spettrali superstiti dei campi di sterminio, con l’aspirazione di educare il popolo tedesco ai valori della democrazia.