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Nel cinquantenario della morte la figura dello studioso, collezionista e artefice della riscoperta novecentesca di Caravaggio
- Arianna Antoniutti
- 16 giugno 2020
- 00’minuti di lettura


Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, «Ragazzo morso da un ramarro» (1597 ca), particolare, Firenze, Fondazione di Studi di Storia dell'Arte Roberto Longhi
La collezione Longhi ai Capitolini
Nel cinquantenario della morte la figura dello studioso, collezionista e artefice della riscoperta novecentesca di Caravaggio
- Arianna Antoniutti
- 16 giugno 2020
- 00’minuti di lettura

Arianna Antoniutti
Leggi i suoi articoliPrevista nel mese di marzo e mai inaugurata a causa del lockdown, ha finalmente aperto al pubblico, nei Musei Capitolini, la mostra «Il tempo di Caravaggio. Capolavori della collezione di Roberto Longhi». Visibile sino al 13 settembre, l’esposizione ricorda la figura di Roberto Longhi, nel cinquantenario della morte, come studioso, collezionista e in particolare artefice della riscoperta novecentesca di Caravaggio.
Centro tematico e iconografico dell’esposizione è l’olio su tela «Ragazzo morso da un ramarro», dipinto nel 1597 circa dal Merisi e acquistato dallo studioso alla fine degli anni Venti. Intorno ad esso, oltre quaranta opere della cerchia caravaggesca che Longhi raccolse al Tasso, la villa fiorentina abitata insieme alla moglie Anna Banti, oggi sede della Fondazione allo storico dell’arte dedicata.
Ed è proprio la direttrice scientifica della Fondazione, Maria Cristina Bandera, a curare la mostra che vede esposti, nelle sale di Palazzo Caffarelli, dipinti di Jusepe de Ribera, Battistello Caracciolo, Matthias Stomer, Giovanni Lanfranco, Angelo Caroselli, e la straordinaria «Negazione di Pietro» (1615-17) di Valentin de Boulogne, tutti chiamati a testimoniare l’inesausta ricerca di Longhi sulla pittura di matrice caravaggesca.
Una ricerca e una passione che conobbero un precoce inizio, quando, appena ventunenne, nel 1911, Longhi si laureò con Pietro Toesca dedicando la propria tesi al pittore lombardo, che definì «il primo dell’età moderna».

Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, «Ragazzo morso da un ramarro» (1597 ca), particolare, Firenze, Fondazione di Studi di Storia dell'Arte Roberto Longhi