«Le tre Pietà di Michelangelo. Non vi si pensa quanto sangue costa» (dal verso del Paradiso dantesco, che il Buonarroti annota su un disegno donato alla marchesa Vittoria Colonna) è la mostra a cura di Barbara Jatta, Sergio Risaliti, Claudio Salsi e Timothy Verdon (catalogo Silvana), inaugurata il 24 febbraio in occasione dell’incontro «Mediterraneo frontiera di pace 2022» e allestita fino al primo agosto nella sala della Tribuna di Michelangelo nel Museo dell’Opera del Duomo, dove è conservata la Pietà Bandini, recentemente restaurata.
L’opera si trova riunita per la prima volta ai calchi della Pietà Vaticana (in San Pietro) e alla Pietà Rondanini (ora al Museo del Castello Sforzesco a Milano), mostrando la profonda meditazione dell’artista intorno a quel tema.
La Pietà realizzata a ridosso del giubileo del 1500 a Roma per il cardinale Jean Bilhères de Lagraulas impressiona per la bellezza del Cristo morto, sorretto da una madre umile e casta (e in virtù di questo rimasta giovanissima); il suo corpo non è segnato dalla violenza e reca, nel volto, una pace che già prefigura la Resurrezione.
La Pietà Bandini, con la figura di Nicodemo, appartiene invece a un momento di crisi, tanto che il marmo, oltre a rompersi in corso di fattura per impurità, reca traccia di colpi inferti dall’ artista. Iniziata nel 1547 e compiuta solo in alcune parti da Tiberio Calcagni prima di esser venduta nel 1561, era destinata a Santa Maria Maggiore a Roma, probabilmente per la sepoltura di Michelangelo.
Infine la Pietà Rondanini, concepita tra il 1552 e il 1553, presenta alcune parti condotte a termine, riferibili alla prima stesura, e altre non finite legate ai ripensamenti della seconda versione. Nella più mistica delle tre Pietà (acquistata dai marchesi Rondanini nel 1744), il corpo esausto di Cristo e quello della madre paiono sì scivolare verso la tomba, ma al tempo distaccarsi dal suolo, per ascendere al Padre. Nel prossimo autunno i tre calchi in gesso delle Pietà saranno esposti a Milano nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale.