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Considerato uno dei padri del design contemporaneo, l’architetto è stato uno dei fondatori del Compasso d’Oro e dell’Adi, che ora ospita la mostra in suo onore
- Carla Cerutti
- 05 ottobre 2022
- 00’minuti di lettura


Edificio del «Corriere della Sera», di Alberto Rosselli. © Archivio Alberto Rosselli
Carla Cerutti
Leggi i suoi articoliL’Adi Design Museum di Milano celebra l’architetto e designer Alberto Rosselli a 101 anni dalla sua nascita con la mostra «100+1 Alberto Rosselli per Saporiti Italia», in programma dal 7 al 30 ottobre. Considerato uno dei padri del design contemporaneo, Rosselli è stato uno dei fondatori del Compasso d’Oro e dell’Adi, insieme a Gillo Dorfles, Ignazio Gardella, Vico Magistretti, Bruno Munari, Angelo Mangiarotti, Marcello Nizzoli, Antonio Pellizzari, Enrico Peressutti, Giulio Castelli, Albe Steiner e Gio Ponti.
Oltre a collaborare con aziende come Cassina, Arlflex, Fiat, Facomet, Ics, Cesame, Rima, Kartell e Montecatini, è stato art director della Saporiti Italia dal 1966 al ’76. Da questo prolifico rapporto prende spunto la mostra il cui elemento centrale è nella riproduzione di 100 poltroncine «Jumbo», uno degli oggetti più originali disegnati da Rosselli per Saporiti Italia, reinterpretate attraverso l’uso del colore da dieci studi di architettura internazionali.
Il centunesimo pezzo del titolo è una chaise longue «Moby Dick», icona del design italiano degli anni ’70. È esposta anche una selezione di oggetti, quali le poltrone «Play» e «P110», il divano «Confidential», la libreria «P800» e molti disegni originali, unitamente a immagini e filmati d’epoca oltre all’intera collezione della rivista «Stile Industria», fondata e diretta da Rosselli.
A cura di Federica Sala e con l’allestimento di Marti Guixé, la mostra è realizzata in collaborazione con il Centro Studi e Ricerche Sergio Saporiti e con l’archivio Alberto Rosselli, diretto da Paolo Rosselli che firma, con Elisa Di Nofa e Francesco Paleari, un libro sul lavoro del padre edito per questa occasione da Quodlibet.

Edificio del «Corriere della Sera», di Alberto Rosselli. © Archivio Alberto Rosselli