«San Francesco in estasi» (1602-05 ca), di Orazio Gentileschi (particolare). Collezione privata. Cortesia Benappi Fine Art

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«San Francesco in estasi» (1602-05 ca), di Orazio Gentileschi (particolare). Collezione privata. Cortesia Benappi Fine Art

Gentileschi e Caravaggio e il saio di San Francesco

A Palazzo Barberini cinque raffigurazioni del Santo di Assisi a confronto, per un focus sulla pittura romana del primo Seicento

Da un inedito dipinto di Orazio Gentileschi, nasce la mostra «Orazio Gentileschi e l’immagine di san Francesco. La nascita del caravaggismo a Roma», ospitata a Palazzo Barberini dal 27 gennaio al 10 aprile. L’opera «San Francesco in estasi», dipinta dal pittore toscano intorno al 1602-05, è stata notificata dallo Stato italiano su parere di Yuri Primarosa, curatore, assieme a Giuseppe Porzio, dell’esposizione.

Il quadro è testimonianza preziosa del momento in cui Gentileschi, con libertà e afflato originale, guarda alle invenzioni della pittura caravaggesca. Il santo di Gentileschi, difatti, quanto mai lontano da un’idealizzata rappresentazione, esibisce la qualità del ritratto dal vero. Tre opere della collezione di Palazzo Barberini sono accostate al dipinto, permettendo un raffronto nell’ambito della pittura romana di primo Seicento.

Si tratta del «San Francesco in meditazione» (1606-07) attribuito a Caravaggio, del «San Francesco in preghiera» (1599 ca) del Cigoli e del «San Francesco sorretto da un angelo» (1610-12) ancora di Gentileschi. Altra tela, dal medesimo soggetto e sempre dipinta da Gentileschi nel 1602-05, è in prestito dal Prado. Completano l’esposizione, oltre a una foto di Massimo Listri della cripta dei cappuccini di via Veneto, e a un saio cappuccino dell’epoca, gli atti del celebre processo del 1603, intentato dal pittore Giovanni Baglione contro Caravaggio, Onorio Longhi, Filippo Trisegni e lo stesso Gentileschi.

Nelle carte del processo, conservate presso l’Archivio di Stato di Roma, si legge, oltre ai sonetti di dileggio indirizzati al Baglione, una testimonianza di Gentileschi, che dice di aver prestato al Merisi una veste da cappuccino. È suggestivo pensare che quella medesima veste, possa essere la stessa che Gentileschi fa indossare al suo san Francesco, messo in posa e ritratto secondo il metodo appreso proprio da Caravaggio.

«San Francesco in estasi» (1602-05 ca), di Orazio Gentileschi (particolare). Collezione privata. Cortesia Benappi Fine Art

Arianna Antoniutti, 25 gennaio 2023 | © Riproduzione riservata

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