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I collage in bianco e nero dell’artista e sociologa nigeriana-norvegese indagano temi forti: dal razzismo alla sessualità passando per la violenza e il colonialismo
- Bianca Cavuti
- 15 aprile 2022
- 00’minuti di lettura


Frida Orupabo «Seated With Two Hands und Girl With Necklace» (2021) © Frida Orupabo e Galerie Nordenhake Berlino, Stoccolma, Città del Messico
Frida Orupabo al Fotomuseum Winterthur
I collage in bianco e nero dell’artista e sociologa nigeriana-norvegese indagano temi forti: dal razzismo alla sessualità passando per la violenza e il colonialismo
- Bianca Cavuti
- 15 aprile 2022
- 00’minuti di lettura
Bianca Cavuti
Leggi i suoi articoli«I have seen a million picture of my face and I still have no idea»: è una citazione di una poesia di Elaine Khan il titolo della mostra che il Fotomuseum Winterthur dedica sino al 29 maggio a Frida Orupabo (Sarpsborg, Norvegia,1986). Parole che rivelano indizi preziosi sulle questioni cardinali esplorate dall’artista e sociologa nigeriana-norvegese, artefice di una ricerca sull’identità che ha al centro il corpo nero femminile.
L’autrice utilizza fotografie d’archivio personali e immagini trovate online, che ritaglia e disseziona per poi riassemblarle in quello che potremmo definire, con un’espressione di Hal Foster, un «gesto di sapere alternativo o contromemoria». Attraverso i suoi scultorei collage in bianco e nero Frida Orupabo intraprende una complessa indagine sul razzismo e sulla sessualità. Fondamentale è anche la riflessione sulla violenza e sullo sguardo coloniale, che tiene conto anche del ruolo che la fotografia ha storicamente avuto nella definizione dei rapporti di potere.

Frida Orupabo «Seated With Two Hands und Girl With Necklace» (2021) © Frida Orupabo e Galerie Nordenhake Berlino, Stoccolma, Città del Messico