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Calderone in argento dorato (inizio del secondo quarto del VII sec. a.C.) da Palestrina, Tomba Bernardini, Roma Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia. © Ministero per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo, Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Archivio fotografico

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Calderone in argento dorato (inizio del secondo quarto del VII sec. a.C.) da Palestrina, Tomba Bernardini, Roma Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia. © Ministero per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo, Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Archivio fotografico

Etruschi del Sud

Un affondo sull'antica civiltà italica con reperti della collezione del Mann e prestiti dal Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia

Olga Scotto di Vettimo

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L’attesa mostra «Gli Etruschi e il Mann» aperta a Napoli il 12 giugno (fino al 31 maggio 2021) compie un affondo rigoroso sull’antica civiltà italica. Curata da Paolo Giulierini (direttore del Museo Archeologico Nazionale di Napoli-Mann) e da Valentino Nizzo (direttore del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia), coordinata da Emanuela Santaniello e organizzata da Electa, si propone di essere un’occasione di studio godibile anche dal pubblico di non esperti.

I circa 600 reperti esposti, un terzo dei quali per la prima volta dopo un attento lavoro di studio e di restauro presso il Laboratorio del Mann attesta che «nei nostri depositi c’è la testimonianza di una Campania centrale nel Mediterraneo e da sempre coacervo di popoli: Greci, Etruschi e Italici, a conferma che la ricchezza della cultura del Meridione sta nella diversità e nella contaminazione. Per comprendere in pieno gli Etruschi, oggi bisogna quindi volgersi anche al Sud e al patrimonio del Mann», dichiara il direttore Giulierini.

La mostra si sviluppa in due nuclei tematici. La prima sezione dedicata a «Gli Etruschi in Campania» approfondisce il periodo compreso dagli inizi del I millennio a.C. fino al declino della potenza etrusca, corrispondente all’affermazione del popolo dei Campani (VI-V secolo a.C.).

Attraverso un allestimento che collega l’esposizione alla collezione del museo «Preistoria e Protostoria», si osservano prima i corredi funerari rinvenuti nei siti archeologici della regione, precedenti alla presenza degli Etruschi, quindi si procede con gli insediamenti villanoviani (Cuma, Capua e Valle del Sarno, tra X e VIII secolo a.C.), i contesti orientalizzanti (VIII-VII secolo a.C., dalla Valle del Volturno alla Valle del Tevere) e i materiali etrusco-campani tra VII e V secolo a.C.

Tra i manufatti di pregio del periodo orientaleggiante, un affibbiaglio a spranghe in oro e argento (ultimo quarto dell’VIII secolo a.C.), restaurato per l’occasione; e, soprattutto, la quasi totalità del corredo della celebre Tomba Bernardini di Palestrina (675-650 a.C.), in prestito dal Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia.

Invece la sezione «Gli Etruschi al Mann» presenta i materiali etrusco-italici, generalmente non provenienti dalla Campania, acquisiti dal Museo di Napoli in varie fasi della sua storia (Raccolta Borgiana; le cosiddette «Raccolte murattiane», Collezione Vivenzio e altre raccolte minori). Tra i più attesi inediti della mostra, il Bronzetto dell’offerente dell’Elba (fine VI-inizi V secolo a.C.), uno tra i più antichi ritrovamenti all’Elba (1764).
 

Olga Scotto di Vettimo, 12 agosto 2020 | © Riproduzione riservata

Etruschi del Sud | Olga Scotto di Vettimo

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