La grande monografica «Lo faccio se non lo faccio» (I do if I don’t) che il Kunstmuseum dedica fino al 28 agosto allo scultore, professore d’arte e poliartista tedesco di fama internazionale Tobias Rehberger (Esslingen am Neckar, 1966), presenta alcuni gruppi centrali di opere create negli ultimi trent’anni di attività dall’un tempo allievo di Thomas Bayrle e Martin Kippenberger alla scuola di Francoforte.
Si tratta delle sue famose, multiformi installazioni luminose (i Fensterbilder o window paintings e i vaso-ritratti) e di una serie di sculture che giocano con gli effetti di luce e ombra all’interno di un allestimento spaziale creato ad hoc per coinvolgere il più possibile il pubblico nella partecipazione attiva all’arte esposta.
La mostra è anche un’occasione per conoscere gli ultimissimi, inediti lavori di Rehberger come una grande installazione di elementi illuminanti disposta sulla facciata del museo che oltre a introdurre in maniera colorata alla visita della mostra, anticipandone gli esuberanti motivi, invita tutti i passanti a interagirvi, magari convincendoli all’ingresso e alla sperimentazione più diretta della sua opera.
Rehberger ha anche progettato esclusivamente per questa mostra un grande cubo con sculture stampate in 3D che funge da luogo di sosta e scambio al terzo piano del museo e un piccolo gruppo di ceramiche, piatto-ciotola-tazza: anche qui si tratta in prima istanza di prodotti in stampa 3D successivamente rifiniti pezzo per pezzo dall’artista.
Artista completo, Rehberger si muove liberamente tra pittura, scultura, design, action art e architettura, interessandosi tanto alla produzione di interventi artistici minimi quanto di ambienti e grandi spazi.
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Tobias Rehberger
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