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A settant’anni è più colorato che mai
- Stefano Miliani
- 10 dicembre 2016
- 00’minuti di lettura


Chia e la pittoterapia
A settant’anni è più colorato che mai
- Stefano Miliani
- 10 dicembre 2016
- 00’minuti di lettura
Stefano Miliani
Leggi i suoi articoliStila una dichiarazione di fede nel colore, e affila i toni, Sandro Chia, quando scrive nel catalogo della sua personale in corso al Ciac-Centro Italiano Arte Contemporanea fino al 29 gennaio 2017: «In pittura, nonostante le innumerevoli installazioni e performance, che erigono la banalità, la mediocrità a valore e ideologia, il colore non è né sarà mai un avvenimento senza conseguenze». Rincara la dose, perché a suo giudizio «la moda, le immagini pubblicitarie hanno sottratto e alleggerito il significato del colore, lo hanno reso effimero».
All’opposto, ravvisa effetti terapeutici nelle immagini elaborate usando tubetti e pennelli: «Attraverso la pittura i colori vengono somministrati come una medicina, un rimedio per i nostri e gli altrui mali». Il settantenne artista accompagna con queste parole la cinquantina di dipinti e disegni in parte inediti e accorpati sotto la dizione del Viandante: la rassegna, firmata da Italo Tomassoni, include undici tele eseguite tra il 1998 e il 2003 (con alcuni ritratti di colleghi, da Alighiero Boetti a Tano Festa, da Gino De Dominicis a Enzo Cucchi) e dieci più recenti con figure stese su verdi, blu, azzurri. In queste opere fortemente cromatiche Achille Bonito Oliva non fatica a intravedere influssi di autori quali Chagall, Cézanne, de Chirico e Carrà.
E il pittore che non ha mai rinnegato la Transavanguardia di sicuro approva e appunta che «un soggetto aiuta a orientarsi nel territorio fantasma della tela bianca», così come confessa di insistere intorno al concetto di viandante perché «più fecondo, più ricco di conseguenze pittoriche e ideali». E alla fine intende che per lui usare i pennelli «significa pedinare a distanza un soggetto, braccare un’immagine, seguirne le tracce, scoprire le tracce, cancellare le tracce».