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Laura Lombardi
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Inaugura il 24 giugno, festività di san Giovanni Battista, patrono della città, la mostra «Omaggio al Granduca: i piatti d’argento per la festa di San Giovanni» a cura di Rita Balleri e Maria Sframeli.
Aperta a Palazzo Pitti fino al 5 novembre, la rassegna è imperniata su un nucleo di piatti istoriati d’argento eseguiti in occasione della ricorrenza del santo su disegno di celebri artisti romani del tempo, tra i quali Carlo Maratta e Ciro Ferri, e frutto delle relazioni diplomatiche intrattenute dai Medici tra Sei e Settecento con le corti europee, ma anche con l’ambiente della Curia romana. Per cinquantotto anni consecutivi, a partire dal 1680, Cosimo III e il figlio Giangastone ebbero in dono bacili d’argento preziosissimi con storie relative ai fasti dinastici della casata fiorentina, secondo la disposizione data dal cardinale Lazzaro Pallavicini al proprio erede, in cambio di favori ricevuti dal granduca fiorentino.
La collezione andò dispersa con l’estinguersi della dinastia medicea, e se ne sarebbe persa memoria se non fossero esistiti i calchi in gesso realizzati, con l’intenzione di tradurli in porcellana, tra il 1746 e il 1748 dalla Fabbrica Ginori di Doccia, manifattura di cui si celebra l’importanza anche nella mostra al Museo del Bargello «La fabbrica della bellezza» (la collezione storica della Manifattura è stata recentemente acquistata dallo Stato insieme al museo dove è conservata). Accanto a quei calchi settecenteschi sono esposti molti disegni preparatori di artisti romani, provenienti da vari musei e collezioni italiane ed estere, e le realizzazioni in porcellana e le riproduzioni in argento più recenti.