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Angeli preziosi

Angeli preziosi

Stefano Miliani

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L’Amalassunta, mitico personaggio che ricorre nell’universo sospeso tra astrazione e figurazione di Osvaldo Licini, compare su fondo rosso in una versione intitolata «Superba»: proposta per l’ultima volta alla Biennale di Venezia del 1986, l’opera torna in pubblico nella monografica allestita nella Casa Museo dell’artista a Monte Vidon Corrado, centro studi «che non ha riportato danni dal terremoto perché aperta nel 2013 dopo un restauro secondo criteri antisismici», sottolinea la presidente Daniela Simoni. È lei la curatrice di «Nello studio di Osvaldo. Licini dal lapis alla tela (1926-56)», aperta nella cantina della casa museo dall’8 luglio al 5 novembre: «È una mostra con otto dipinti e otto disegni raramente esposti, spiega, ma contiene tutto il percorso del maestro a cominciare da un ritratto di Nella fino all’astrazione. Per essere più precisi, non ci sono opere astratte degli anni Trenta quanto quelle degli anni Cinquanta in cui medita sull’astrazione». Viene lasciato spazio alla dimensione fantastica di Licini per cui, dall’«Angelo ribelle», bianco su fondo verde, si approda a sottili strisce di verde, blu, giallo, rosso, arancione, viola che compongono un geometrico «Fiore fantastico su un fondo nero». «Senza dimenticare il tema delle croci viventi», precisa Daniela Simoni. Hanno prestato i pezzi collezionisti privati «grazie anche agli eredi Renzo e Silvia Licini che ci sostengono sempre».
 

Stefano Miliani, 09 luglio 2017 | © Riproduzione riservata

Angeli preziosi | Stefano Miliani

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