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Testa di gladiatore con elmo del tipo Gallus, rinvenuto nell’Anfiteatro di Verona (Arena) nel 1889, calcare, I secolo d.C., Verona, Museo Archeologico al Teatro romano

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Testa di gladiatore con elmo del tipo Gallus, rinvenuto nell’Anfiteatro di Verona (Arena) nel 1889, calcare, I secolo d.C., Verona, Museo Archeologico al Teatro romano

Un gladiatore molto «delicato» in prestito a Verona

Lo scambio di opere rientra nell’ambito del progetto di collaborazione tra il Parco Archeologico del Colosseo di Roma e i Musei Civici della città veneta

Camilla Bertoni

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Il prestito di una scultura in tufo, raffigurante la testa di un gladiatore, ha rafforzato un progetto di collaborazione tra i due anfiteatri romani più conosciuti al mondo: il Colosseo di Roma e l’Arena di Verona. Proveniente dal Museo Archeologico al Teatro Romano di Verona, originariamente ritrovata nel 1889 nella zona dell’anello esterno dell’anfiteatro scaligero, la Testa di gladiatore resterà visibile fino al 15 ottobre nell’ambito della mostra romana «Spettacoli nell’arena del Colosseo. I protagonisti», a cura di Alfonsina Russo, Federica Rinaldi, Barbara Nazzaro.

Il percorso espositivo, aperto proprio dall’opera ospite, è allestito negli ipogei del Colosseo, già di per sé un museo, e punta alla valorizzazione di reperti «partendo dai loro contesti di provenienza e attraverso presentazioni innovative», come si spiega in mostra, dove la tipologia di elmo della testa veronese, che lascia scoperti gli occhi, viene ricondotta al combattente gallico: le denominazioni delle tipologie di gladiatori più antiche vanno infatti connesse con la provenienza geografica dei popoli nemici di Roma a cui si riferivano. Nei mesi precedenti erano stati ospitati alcuni elmi in bronzo dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli e un rilievo dal Museo d’Antichità J.J. Winckelmann di Trieste.

È attraverso questa strategia che sono nate importanti collaborazioni come questa in corso tra il Parco Archeologico del Colosseo e i Musei Civici di Verona che hanno ospitato in cambio un frammento di lastra in marmo: «Databile al III-V secolo, riporta un graffito che raffigura un gladiatore, accompagnato da un nome, “Delicatus”, forse il suo nome di battaglia, spiega la conservatrice del Museo Archeologico di Verona Francesca Morandini. È un’opera di fresca immediatezza, tracciata da uno spettatore o da un gladiatore stesso e per questo ancora più importante delle epigrafi più consuete. Questa collaborazione, conclude la conservatrice, porterà ad attività comuni, conferenze e workshop in merito allo studio, valorizzazione e gestione di questa tipologia di monumenti antichi per avviare uno scambio reciproco di progetti e di buone pratiche in merito alla gestione e alla valorizzazione di due degli anfiteatri più conosciuti al mondo e meglio conservati».

Testa di gladiatore con elmo del tipo Gallus, rinvenuto nell’Anfiteatro di Verona (Arena) nel 1889, calcare, I secolo d.C., Verona, Museo Archeologico al Teatro romano

Frammento di lastra graffita in marmo lunense dal Colosseo, III-V secolo d.C., Roma, Anfiteatro Flavio

Camilla Bertoni, 12 settembre 2025 | © Riproduzione riservata

Un gladiatore molto «delicato» in prestito a Verona | Camilla Bertoni

Un gladiatore molto «delicato» in prestito a Verona | Camilla Bertoni