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I percorsi ideati dai «creative mediator», tra palazzi aristocratici e zone in attesa di riscatto
- Giusi Diana
- 13 giugno 2018
- 00’minuti di lettura


I quattro «creative mediator» di Manifesta 12: Andrés Jaque, Ippolito Pestellini Laparelli, Bregtje van der Haak e Mirjam Varadinis. Foto by CAVE Studio
Manifesta 12 a Palermo: quattro curatori in una città «tossica» e barocca
I percorsi ideati dai «creative mediator», tra palazzi aristocratici e zone in attesa di riscatto
- Giusi Diana
- 13 giugno 2018
- 00’minuti di lettura
Giusi Diana
Leggi i suoi articoliA caratterizzare Manifesta 12 è l’approccio interdisciplinare, a partire da «Palermo Atlas», la ricerca urbanistica sviluppata dallo Studio Oma (Office for Metropolitan Architecture) come premessa al lavoro del gruppo curatoriale.
Specialisti di diverse discipline, i «creative mediator» sono la giornalista e regista olandese Bregtje van der Haak, l’architetto spagnolo Andrés Jaque, l’architetto italiano e partner di Oma Ippolito Pestellini Laparelli e la curatrice d’arte contemporanea della Kunsthaus di Zurigo Mirjam Varadinis.
Così i quattro curatori descrivono i «Parcours», itinerari che toccano i punti cardine di una geografia urbana fatta di splendidi palazzi aristocratici e periferie in attesa di riscatto, con alcune ferite dolorose, come lo sfregio di Pizzo Sella che l’arte prova a lenire: «L’organizzazione tematica e geografica di Manifesta 12, spiegano, si intreccia, generando un viaggio attraverso la città, come una sezione attraverso la sua anatomia: dalle aree degradate del centro storico fino all’utopia fallita della periferia; dalla gloriosa storia dei suoi giardini alla sua costa negletta e tossica».
È un’edizione di Manifesta che, dopo quella di due anni fa a Zurigo, approda nel cuore del Mediterraneo, mai così a sud, in una metropoli posta nell’estremo lembo dell’Europa; per dirla con le parole del suo sindaco Leoluca Orlando «in una città mediorientale in Europa».
Anche la fondatrice e direttrice di Manifesta Hedwig Fijen sottolinea l’importanza emblematica della scelta della città siciliana: «Le biennali dovrebbero rappresentare più della somma di una serie di mostre e il valore aggiunto di Manifesta 12 è il fatto che il programma si svolge nella città di Palermo, dove si articolano importanti fenomeni geopolitici, sociali ed ecologici del nostro tempo. Palermo rappresenta le profonde complessità che tutto il mondo sta affrontando».

I quattro «creative mediator» di Manifesta 12: Andrés Jaque, Ippolito Pestellini Laparelli, Bregtje van der Haak e Mirjam Varadinis. Foto by CAVE Studio