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In seno all’VIII Triennale di Fotografia un’antologica che abbraccia 35 anni di attività (1930-65) con 240 lavori originali, dalle prime sperimentazioni surrealiste agli ultimi nudi maschili con cui fece confessione della propria omosessualità.
- Francesca Petretto
- 19 maggio 2022
- 00’minuti di lettura


«Lotta libera tra ragazzi I, Ostsee/Mar Baltico» (1933) di Herbert List, Münchner Stadtmuseum, Sammlung Fotografie, Archiv List © Herbert List Estate / Magnum Photos / Agentur Focus
L’occhio di Herbert List smonta gli stereotipi
In seno all’VIII Triennale di Fotografia un’antologica che abbraccia 35 anni di attività (1930-65) con 240 lavori originali, dalle prime sperimentazioni surrealiste agli ultimi nudi maschili con cui fece confessione della propria omosessualità.
- Francesca Petretto
- 19 maggio 2022
- 00’minuti di lettura
Francesca Petretto
Leggi i suoi articoliIn seno all’VIII Triennale di Fotografia, il Bucerius Kunst Forum dedica dal 14 maggio all’11 settembre al concittadino Herbert List (1903-75) la mostra «Herbert List. L’occhio magico», un’antologica che ne abbraccia 35 anni di attività (1930-65) con 240 lavori originali, dalle prime sperimentazioni surrealiste, influenzate da Magritte, de Chirico e Man Ray negli scatti ante II guerra mondiale, agli ultimi nudi maschili con cui fece confessione della propria omosessualità.
In parallelo a questa, anche il Museum für Kunst und Gewerbe di Amburgo gli dedica una retrospettiva, «Il Panopticon di Präuscher. Un photobook di Herbert List», (20 maggio-18 settembre), per presentarne un progetto rimasto inedito, il libro fotografico Präuschers Panoptikum, e altri scatti di giovani uomini riscoperti solo negli ultimi 20 anni e definiti dalla curatela «antesignani del moderno queer gaze», il linguaggio visivo che mette in discussione gli stereotipi di genere e i rapporti di potere ad esso associati.
Di formazione umanistica, il giovane List iniziò tuttavia a lavorare come commerciante di caffè nell’impresa paterna, viaggiando tra Sudamerica e Stati Uniti dove pare sia nata la sua passione per la fotografia; per le sue origini ebraiche e le critiche espresse nei confronti del partito nazista scappò a Parigi e vi organizzò nel ‘37 la sua prima mostra collaborando con riviste come «Verve», «Vogue», «Harper’s Bazaar» e «Life». Fondamentale fu poi il viaggio tra Grecia e Italia, dove iniziò a dedicarsi al suo soggetto prediletto, l’arte statuaria classica e dunque il nudo maschile, tema di future pubblicazioni. Realizzò anche celebri reportage di viaggio nonché ritratti di personaggi del mondo dell’arte e della letteratura, come Picasso, Chagall e Pasolini, tutti presenti nella prima mostra.

«Lotta libera tra ragazzi I, Ostsee/Mar Baltico» (1933) di Herbert List, Münchner Stadtmuseum, Sammlung Fotografie, Archiv List © Herbert List Estate / Magnum Photos / Agentur Focus