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Federico Castelli Gattinara
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80.408 scatti di 5.034 fotografi di 125 nazionalità, questi i grandi numeri per l’edizione 2017 del più noto e importante premio di fotogiornalismo al mondo, il World Press Photo, che vede 45 fotografi premiati nelle otto categorie in cui la giuria indipendente, formata da esperti internazionali, ha suddiviso il Wpp.
Il vincitore, di cui tutti ormai abbiamo visto la foto scelta, è il fotografo turco Burhan Ozbilici con lo scatto del 19 dicembre scorso ad Ankara che ritrae l’assassino, un poliziotto turco di 22 anni, dell’ambasciatore russo Andrei Karlov subito dopo il suo omicidio in una galleria d’arte.
Uno scatto di enorme potenza visiva, «un’immagine esplosiva, come l’ha definita Mary F. Calvert della giuria, che parla dell’odio dei nostri tempi. Ogni volta che quella immagine appariva sullo schermo dovevamo fermarci, era talmente forte che abbiamo davvero sentito che poteva incarnare la definizione di ciò che il World Press Photo of the Year rappresenta».
Tra i premiati anche quattro italiani, Francesco Comello con la sua «Isola della salvezza», una comunità russa di ragazzi, isolata, fondata da un prete ortodosso nei primi anni Novanta; Alessio Romenzi con una foto sulla guerra in Libia; Antonio Gibotta con i suoi «Infarinati» in lotta a Ibi, in Spagna; Giovanni Capriotti con i suoi rugbisti gay a Toronto. La mostra di questa 60ma edizione, in collaborazione con l’associazione culturale 10b Photography e la Wpp Foundation di Amsterdam, è in prima mondiale a Palazzo delle Esposizioni fino al 28 maggio, a Siviglia e a Lisbona, con 143 fotografie singole o in serie.