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La Royal Academy of Arts dedica all’artista sudafricano la più vasta antologica finora organizzata su di lui in Gran Bretagna
- Federico Florian
- 23 settembre 2022
- 00’minuti di lettura


Un fotogramma del video «Notes Towards a Model Opera» (2015), di William Kentridge. Cortesia dell’artista. © William Kentridge
L’arte politica di William Kentridge
La Royal Academy of Arts dedica all’artista sudafricano la più vasta antologica finora organizzata su di lui in Gran Bretagna
- Federico Florian
- 23 settembre 2022
- 00’minuti di lettura
Federico Florian
Leggi i suoi articoli«A interessarmi è l’arte politica, ovvero un’arte fatta di ambiguità, contraddizione, gesti incompleti e finali incerti: un’arte (e una politica) in cui l’ottimismo è tenuto sotto controllo e il nichilismo lo si tiene alla larga». Così William Kentridge (Johannesburg, 1955), uno degli artisti viventi più celebrati e rispettati internazionalmente, descrive la propria pratica.
Una pratica politica, come ribadisce lui stesso, che trae spunto e ispirazione dalle ferite della società sudafricana post-apartheid, da storie di colonialismo e ineguaglianze, e che combina, con squisita freschezza e immediatezza, film, disegno e animazione.
A sette anni dalla sua nomina a Honorary Academician, la Royal Academy of Arts gli dedica un’ampia antologica (dal 24 settembre all’11 dicembre), la più grande sinora mai organizzata in Gran Bretagna, e che illustra e ripercorre i quarant’anni di carriera dell’artista sudafricano. Un percorso che comincia con una selezione di primi disegni a carboncino realizzati negli anni ‘80 e ‘90 (raramente esposti prima) e che accompagna il visitatore attraverso una serie di film e installazioni chiave.
Fra questi, «Black Box / Chambre Noire» (2005), un teatrino meccanico abitato da burattini e proiezioni, e che racconta la terribile storia del massacro degli Herero in Namibia, ora ritenuto il primo genocidio del XX secolo; o ancora, l’iconico film d’animazione «Ubu Tells the Truth» (1997), ispirato a una pièce teatrale di Alfred Jarry: un ritratto, lirico e violento al tempo stesso, della brutalità del sistema dell’apartheid in Sudafrica.
Tra i lavori più recenti in mostra qui a Londra, un gruppo di ampi arazzi, creati specificatamente per la Royal Academy e prodotti in un laboratorio di Diepsloot, oltre a una serie di grandi disegni di alberi e fiori: lavori, questi ultimi, che sospendono momentaneamente la riflessione storico-politica offrendo così uno spazio per la sperimentazione tecnica e formale.

Un fotogramma del video «Notes Towards a Model Opera» (2015), di William Kentridge. Cortesia dell’artista. © William Kentridge