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Una veduta dell’allestimento «Omaggio a Franco Summa». Consiglio Regionale. Cortesia Fondazione MaXXI

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Una veduta dell’allestimento «Omaggio a Franco Summa». Consiglio Regionale. Cortesia Fondazione MaXXI

L’arte di Franco Summa è entrata nella vita delle persone

Oltre quaranta lavori dell’artista pescarese in una mostra dedicatagli dal MaXXI L’Aquila

Stefano Miliani

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I colori nitidi, vivaci, disposti secondo geometrie nitide, adottati secondo valori estetici, civili, spirituali, in opere da condividere collettivamente, è la cifra con cui si può identificare Franco Summa. All’artista e architetto di Pescara, nato nel 1938 e morto il 25 gennaio 2020, il MaXXI L’Aquila dedica la mostra «In principio era il colore. Omaggio a Franco Summa»: aperta dal 15 dicembre al 29 gennaio e curata da Maria Alicata, è dislocata in tre sedi.

Oltre quaranta i lavori esposti: la «project room» del museo a Palazzo Ardinghelli raccoglie una scelta della serie di dipinti «Segnaletica Spirituale»; la Fondazione Giorgio De Marchis Bonanni d’Ocre Onlus presenta documenti anche inediti tra cui lettere ad artisti, a critici come Argan e Crispolti, e studi d’autore; il Consiglio Regionale dell’Abruzzo, dove Summa eseguì la vetrata «I giorni e le opere» dopo il terremoto del 2009, comprende la serie completa delle «Fanciulle», multicolori sculture in ceramica. Al progetto ideato dal MaXXI hanno collaborato la Fondazione Summa di Pescara e, all’allestimento, l’Accademia di Belle Arti dell’Aquila.

«In lui il colore ha un’accezione prelinguistica, è un linguaggio archetipico», spiega Maria Alicata. «Conosciuto anche per gli interventi di arte urbana, nel 1973 teorizza un “arcobaleno culturale” su 12 colori che diventano scale cromatiche di 24 elementi e che diventa quasi una “pelle”». Nell’artista, ricorda la curatrice, «c’è anche un’idea di attivismo». Non a caso «dalla metà degli anni Settanta compie azioni urbane con altri artisti, coinvolge gli studenti del liceo artistico dove insegnava» perché nel suo caso «il colore ha una dimensione sia fisica sia politica», perché vuole «un’arte che esca dai luoghi istituzionali per andare nel contesto urbano, nella vita delle persone». In questo pensiero si inscrive la «Porta del mare» che eresse per il lungomare pescarese: era provvisoria, il Comune progetta di ricostruirla come opera permanente.
 

Una veduta dell’allestimento «Omaggio a Franco Summa». Consiglio Regionale. Cortesia Fondazione MaXXI

Stefano Miliani, 16 dicembre 2022 | © Riproduzione riservata

L’arte di Franco Summa è entrata nella vita delle persone | Stefano Miliani

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