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Tra i Pintoricchio esposti ai Capitolini anche i due frammenti ritrovati
- Federico Castelli Gattinara
- 13 giugno 2017
- 00’minuti di lettura


L’amante del papa
Tra i Pintoricchio esposti ai Capitolini anche i due frammenti ritrovati
- Federico Castelli Gattinara
- 13 giugno 2017
- 00’minuti di lettura
Federico Castelli Gattinara
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«Pintoricchio pittore dei Borgia» (catalogo Gangemi), fino al 10 settembre ai Musei Capitolini, riunisce una quarantina di opere selezionate da Cristina Acidini, Francesco Buranelli, Claudia La Malfa e Claudio Strinati. Del sottotitolo, «il mistero svelato di Giulia Farnese», parlammo nel luglio 2006 (cfr. n. 256, p.9) in occasione della presentazione del cosiddetto «Bambino Gesù delle Mani», frammento staccato e perduto di un affresco dell’Appartamento Borgia in Vaticano, ritrovato dopo secoli, salvato, studiato e oggi riproposto insieme all’unico altro frammento sopravvissuto dello stesso affresco presentato qui per la prima volta, quello con il volto di Maria che, secondo la vulgata popolare e lo stesso Vasari, ritraeva Giulia Farnese, amante del papa.
Nel 1612 Francesco Gonzaga, saputo della scandalosa immagine nascosta dietro una stoffa, ne ordinò a Pietro Facchetti una copia, pure in mostra, con l’intento di screditare i potenti Farnese; per vedere la scena originale il pittore dovette corrompere un guardarobiere con delle calze di seta. Solo papa Alessandro VII Chigi, nella seconda metà del XVII secolo, portò a compimento la damnatio memoriae eliminando l’affresco, salvo questi due frammenti.
Negli anni Quaranta Giovanni Incisa della Rocchetta, figlio di una principessa Chigi e storico dell’arte, vide in un palazzo mantovano la copia del Facchetti e vi riconobbe i frammenti in possesso della sua famiglia dal 1693. Ma la vicenda per emergere dovette attendere ancora svariati decenni.
La mostra si apre con un affondo su Roma 1490 e i Borgia, a cui seguono sezioni sull’appartamento in Vaticano, l’impresa più importante di Pintoricchio, con sculture e rilievi antichi dai Musei Capitolini, e sul mito di Giulia Farnese nelle stanze Borgia. Del Pintoricchio vengono esposte, oltre ai due frammenti, altre quattro opere: il «Crocifisso tra i santi Girolamo e Cristoforo» della Borghese, la «Madonna delle Febbri» del Museo delle Belle Arti di Valencia, la «Madonna della Pace» della Pinacoteca Civica di San Severino Marche e la «Madonna della Melagrana» della Pinacoteca Nazionale di Siena.