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Giuseppe Bisi, «Veduta di Villa Sommariva a Tremezzo», 1822, Tremezzina (Como), Villa Carlotta

© Ente Villa Carlotta/Studio Aleph

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Giuseppe Bisi, «Veduta di Villa Sommariva a Tremezzo», 1822, Tremezzina (Como), Villa Carlotta

© Ente Villa Carlotta/Studio Aleph

La dinastia dei Bisi nella Lombardia romantica

A Villa Carlotta una sessantina di dipinti ricostruisce le vicende di una delle più affermate e diramate famiglie di artisti operanti nell’Ottocento in Italia

Dal 20 settembre all’8 dicembre 2025 Villa Carlotta, a Termezzina (Co), ospita la mostra «Ritratto di famiglia. I Bisi, una dinastia di artisti nella Lombardia romantica tra Manzoni, Hayez e la principessa Belgiojoso», che, partendo dal grande dipinto conservato nelle collezioni di casa, «Veduta di Villa Sommariva», intende riscoprire la storia e l’operato di una delle più affermate e diramate famiglie di artisti operanti nell’Ottocento in Italia. 

Commissionato nel 1822 da Giovanni Battista Sommariva, storico proprietario della villa, il dipinto è opera di Giuseppe Bisi (1787-1869), titolare della cattedra di Paesaggio a Brera, nonché marito di Ernesta Legnani (1788-1859), versatile ritrattista in miniatura e all’acquarello; fratello di Michele (1788-1874), stimato incisore; padre di Fulvia (1818-1911), considerata una delle più precoci e rappresentative pittrici di paesaggio italiane del suo tempo, e Antonietta (1813-86), apprezzata soprattutto per i ritratti, e zio di Luigi Bisi (1814-86), celebre per le sue vedute di interni di edifici storici soprattutto milanesi, Duomo in primis, e titolare della cattedra di Prospettiva a Brera.

Curata da Maria Cristina Brunati, Maria Angela Previtera, direttrice di Villa Carlotta, e Sergio Rebora, con il coordinamento scientifico di Alberto Corvi, la mostra riunisce oltre 60 dipinti, tra cui diversi inediti, in prestito da musei e istituzioni pubbliche (dall’Accademia di Belle Arti di Brera a Palazzo Montecitorio a Roma, dal Fai-Fondo per l’Ambiente Italiano alla Fondazione Brescia Musei e le Residenze Reali Sabaude Piemonte) e da collezioni private, in particolar modo di mano di Giuseppe e Luigi Bisi, che per oltre quarant’anni, anche in virtù della folta schiera di allievi, dominarono la scena artistica. 

Negli anni della Restaurazione e in quelli successivi all’Unità nazionale i vari esponenti della famiglia Bisi, infatti, innovarono la pittura di paesaggio in Lombardia (attraverso i dipinti di Giuseppe e della figlia Fulvia è possibile ripercorrere l’evoluzione dalla tradizione della veduta tardo neoclassica alla sperimentazione della pittura naturalista di fine Ottocento) e la veduta prospettica (nel 1837, morto Giovanni Migliara, l’esponente più significativo di quel particolare genere di Vedutismo rappresentato dagli interni prospettici di edifici storici, Luigi Bisi conquistò la committenza lombarda e internazionale almeno fino agli anni Cinquanta dell’800). Un ruolo importante svolsero anche nei confronti del ritratto, allacciando rapporti di amicizia con gli esponenti di punta della cultura e della società del tempo, come spiega Maria Cristina Brunati: «Le ricerche, condotte su fonti in larga parte inedite, conservate in archivi pubblici e privati, hanno consentito di ricostruire per la prima volta in maniera organica le vicende di una famiglia di artisti che ha intrecciato i propri destini con i protagonisti della scena culturale dell’epoca, come Alessandro Manzoni e Francesco Hayez, e con figure di primo piano dell’epopea risorgimentale, quali Carlo Cattaneo e la principessa Cristina Barbiano di Belgiojoso Trivulzio». 

Dell’adesione della famiglia Bisi alle istanze risorgimentali e delle numerose amicizie «pericolose» intrattenute dai suoi componenti con personaggi allora compromessi politicamente (la stessa principessa Cristina Trivulzio fu lungamente perseguitata dalla polizia austriaca) raccontano, ad esempio, i ritratti, esposti in mostra, eseguiti da Antonietta a Enrico Dandolo, Emilio Morosini e Luciano Manara, caduti nel 1849 durante la difesa della Repubblica Romana, e a Emilio Dandolo, che in quell’impresa venne gravemente ferito. Ma tra le amicizie dei Bisi si annoverarono anche aristocratici, artisti, letterati, musicisti e cantanti d’opera illustri, tutti frequentatori del salotto milanese di Casa Bisi, ritrovo culturale gestito con abilità e discrezione della carismatica e colta padrona di casa Ernesta, che incarnava perfettamente il ruolo della salonnière d’età romantica. Ne dà perfetta testimonianza il dipinto (in mostra) della figlia Fulvia «Mattinata musicale in Casa Branca a Milano» (1838), in cui figurano Gaetano Donizetti al cembalo, Gioacchino Rossini che batte il tempo, Cirilla Cambiasi che canta e ancora Franz Liszt, Giuditta Pasta, Matilde Braca, Felice Romani, Carlo Coccia, il principe Giuseppe Poniatowski e i conti Belgiojoso.

Fulvia Bisi, «Concerto in Casa Branca a Milano», 1839, collezione privata. © Studio Aleph

Grazia Mazzarri, 19 settembre 2025 | © Riproduzione riservata

La dinastia dei Bisi nella Lombardia romantica | Grazia Mazzarri

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