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Una retrospettiva al Kunstmuseum di Bonn ripercorre la carriera della pittrice austriaca, volta allo studio e alla rappresentazione di se stessa e del proprio corpo, alla percezione di sé e dell’altro
- Francesca Petretto
- 05 aprile 2022
- 00’minuti di lettura


«Du oder Ich / o tu o io» (2005) di Maria Lassnig. Cortesia di Hauser & Wirth Collection, Services © Maria Lassnig Stiftung / VG Bild-Kunst, Bonn 2021. Foto: Stefan Altenburger, Photography Zürich
La curiosità al centro della ricerca di Lassnig
Una retrospettiva al Kunstmuseum di Bonn ripercorre la carriera della pittrice austriaca, volta allo studio e alla rappresentazione di se stessa e del proprio corpo, alla percezione di sé e dell’altro
- Francesca Petretto
- 05 aprile 2022
- 00’minuti di lettura
Francesca Petretto
Leggi i suoi articoli«Maria Lassnig: Wach bleiben», titolo della mostra che fino all’8 maggio il Kunstmuseum Bonn dedica alla pittrice austriaca (1919-2014), porta già in sé le caratteristiche del lavoro dell’artista viennese d’adozione e della sua sorprendente personalità: quel monito, «Wach bleiben», traducibile in italiano con «Non riposare, rimani sveglia», ha una doppia connotazione, corporea e mentale, e corrisponde all’incitamento che vita natural durante Lassnig diede a sé stessa: «Stai mentalmente all’erta/rimani sempre curiosa».
Cifra di un’intera produzione artistica volta allo studio e alla rappresentazione di sé stessa e del proprio corpo, alla percezione corporea di sé e indirettamente anche dell’altro, questa curiosità spinta allo spasimo dell’indagine più intima e dell’irrisione della propria figura fisica, accompagna il visitatore della retrospettiva di Bonn attraverso i lunghi anni di attività dell’artista, da Vienna a Parigi e New York, dalle sue prime opere fino all’ultimo dipinto, in grande formato, terminato per l’ultima personale a cui presenziò, fresca novantenne, a Monaco di Baviera. In questi tempi di pandemia in cui tutti abbiamo più o meno sperimentato l’isolamento e l’introspezione, il messaggio di Maria Lassnig è attualissimo: ci chiede di non sfuggire a noi stessi, di vivere positivamente i momenti di solitudine, di goderne, rimanendo sempre svegli e vigili.

«Du oder Ich / o tu o io» (2005) di Maria Lassnig. Cortesia di Hauser & Wirth Collection, Services © Maria Lassnig Stiftung / VG Bild-Kunst, Bonn 2021. Foto: Stefan Altenburger, Photography Zürich