
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Arte
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Vernissage
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Economia
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale delle Mostre
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Vedere a Venezia
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Arte
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Vernissage
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Economia
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale delle Mostre
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Vedere a VeneziaVerifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
A Palazzo Strozzi Carsten Höller in tandem con lo scienziato Mancuso
- Laura Lombardi
- 09 maggio 2018
- 00’minuti di lettura


Il visitatore casca a fagiolo
A Palazzo Strozzi Carsten Höller in tandem con lo scienziato Mancuso
- Laura Lombardi
- 09 maggio 2018
- 00’minuti di lettura

Laura Lombardi
Leggi i suoi articoliSino al 26 agosto Palazzo Strozzi ospita «The Florence experiment», che vede uniti l’artista tedesco Carsten Höller (1961), i cui lavori richiedono la partecipazione attiva del pubblico (coinvolto in percorsi ottici, sensoriali o ludici), e lo scienziato fiorentino Stefano Mancuso (1971), uno dei fondatori della disciplina della neurobiologia vegetale che studia l’intelligenza delle piante.
Il visitatore si trova così calato in un’avventura che si compone di due momenti e che si lega alla formazione di Höller, ricercatore in entomologia, con un dottorato in fitopatologia. Il primo consiste nella discesa da due scivoli di acciaio e policarbonato, posti a venti metri di altezza all’interno di Palazzo Strozzi, portando in mano una piantina di fagiolo: al termine di quel breve (15 secondi) viaggio, ciascuna pianta è presa in esame da un laboratorio di analisi che ne misura, secondo parametri fotosintetici, il messaggio emesso sotto forma di molecole volatili, legato alle diverse emozioni del visitatore che l’ha avuta in mano.
Il secondo momento prevede la visione in due distinte sale di spezzoni di film comici o horror, che suscitino dunque nello spettatore, a scelta, reazioni ilari o di paura; quelle reazioni condizioneranno, per mezzo di composti chimici volatili, la diversa crescita di piante di glicine rampicanti, poste su strutture a forma di Y sulla facciata del palazzo, fino a creare una sorta di grafico vegetale. È un progetto che impone la riflessione intorno a un nuovo concetto di ecologia, a ribadire la natura multidisciplinare verso cui si indirizza la Fondazione Palazzo Strozzi, diretta da Arturo Galansino, qui anche curatore della mostra.
