
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Arte
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Vernissage
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Economia
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale delle Mostre
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Vedere a Venezia
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Arte
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Vernissage
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Economia
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale delle Mostre
IL NUMERO DI MAGGIO 2025 in edicola
In allegato:
Vedere a VeneziaVerifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine


Matteo Fochessati
Leggi i suoi articoliL’inaugurazione del Museo Civico «Amedeo Lia», insieme a quelle del Museo Archeologico Ubaldo Formentini, nel Castello di San Giorgio, e del CAMeC (Centro per l’Arte Moderna e Contemporanea), nell’edificio dell’ex tribunale, decretò vent’anni fa l’avvio della rinascita della Spezia come città dei musei.
La creazione, nel complesso conventuale dei frati minimi di San Francesco di Paola, di un centro espositivo dedicato a una collezione privata che Federico Zeri definì una tra le più importanti a livello internazionale rappresentò anche l’apice di una crescita culturale destinata a oltrepassare i limiti geografici del contesto locale che aveva dato il via a tale iniziativa.
La ricchissima e poliedrica collezione raccolta da Amedeo Lia, comprendente dipinti dal ’400 al ’700, oggetti liturgici, miniature, sculture in bronzo e marmo, vetri, terrecotte e maioliche, trovò infatti sede in una struttura museale destinata, attraverso una fitta rete di scambi e rapporti scientifici, a entrare nel circuito internazionale.
Per attestare il qualificato livello di tali relazioni fino al 29 giugno è visitabile al Museo Lia la mostra «L’elogio della bellezza» che, celebrando il ventennale della sua apertura, ospita 20 opere (una per ogni anno) provenienti da altrettanti musei, con cui si è installata una collaborazione in questo periodo.
A conferma dunque della sua dimensione internazionale, si possono vedere opere, tra gli altri, di Pietro Lorenzetti, Barnaba da Modena, il Sassetta, Vincenzo Foppa, Pontormo, Tiziano, Tintoretto, Sebastiano del Piombo, Giovanni Cariani, Gentile e Giovanni Bellini, il Bergognone, Bernardo Bellotto e Canaletto, provenienti da prestigiosi musei italiani (Firenze, Bologna, Milano, Lucca, Venezia, Bergamo e Urbino) e stranieri (Berlino, Madrid, Parigi e Francoforte).