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Henri Michaux The Mescaline Drawings - The Courtauld. Crediti: Richard Valencia

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Henri Michaux The Mescaline Drawings - The Courtauld. Crediti: Richard Valencia

Disegni alla mescalina. Henri Michaux oltrepassa le «soglie» sulle rive del Tamigi

Il poeta e pittore naviga, fino al 4 giugno, nel suo oceano allucinatorio impressionato su carta. Alla Courtauld Gallery sono infatti esposti eccezionalmente una selezione di lavori tratti dai Mescaline Drawings

Gennaio 1955. L’artista e poeta franco-belga Henri Michaux (1899-1984) prova per la prima volta la mescalina, una droga proveniente dal peyote che provoca effetti psichedelici. Allucinazioni comandate e mediate volontariamente per passare e oltrepassare le soglie. Siano quelle della razionalità che quella della creatività e del pensiero. L’esperimento “allucinogeno”, sostenuto dal proprio editore e seguito da un dottore, aveva per scopo di capire fin dove gli effetti della "surrealtà" influenzassero il processo artistico. Sismografo liquido riverberato sulla carta. Visioni, rappresentazioni scavate nella memoria, esperienze cognitive profonde. L’artista si trova in un corpo a corpo, mente a mente, con sensazioni, immagini, colori, forme che aveva risentito tramite le alterazioni controllate. Il ciclo di opere, raramente fruibile al pubblico, si intitola The Mescaline Drawings ed è ora visibile alla londinese Courtauld Gallery, fino al 4 giugno, sulle rive ipnotiche del Tamigi. I disegni, creati con vari tipi di penne e inchiostri, rappresentano dunque una trascrizione delle sensazioni dell’artista: possono sembrare i rumori bianchi dei pixel di uno schermo, una mappa sismica, un mare mosso. All’inizio, la droga si riverbera potentissima, è una tempesta che travolge. Poi arriva la "discesa": la memoria del movimento affoga. A volte i disegni risultano astratti, quasi solo dei scarabocchi, mai semplici: l’inchiostro nero aggiunto a quest’instabilità della materia, contrastata dal color crema della carta. Altre volte, invece, nel caos si possono intravedere forme che danno un senso alle cose, un'ancora alla realtà, fuori dagli effetti psichedelici. In uno dei suoi schizzi, datato al primo anno di sperimentazioni degli anni Cinquanta e Sessanta, Michaux ci parla di un volto che vede apparire, ma la distinzione dei membri del viso è difficile: “occhi, occhi, occhi e occhi […] così tanti che era difficile decidere su quale portare l’attenzione”. Queste sue testimonianze dell’uso della mescalina, l’artista le narra anche attraverso un primo libro, Misérable Miracle, pubblicato nel 1956. Ne seguono poi altri quattro, sia di prosa che di poesia. Attraverso questi suoi scritti Michaux promuove le scoperte mediche degli ultimi anni, realizzate grazie a metodi artistici. La produzione nel 1963 di un filmato chiamato Images d’un Monde Visionnaire mostra che la via di comunicazione tra razionalismo e irrazionalismo è ormai ben costruita. Con il tempo e l’esperienza, Michaux riesce a navigare al meglio “l’oceano della mescalina” e sviluppa con più precisione il suo processo artistico. Comincia prima per disegnare frammenti scollegati e dissociati delle sue visioni sotto effetto, con un certo senso di urgenza, come se dovessero rapidamente uscire dalla sua mente e depositarsi sulla superficie stabile della carta. Poi le lega e le unisce fino a coprire il foglio intero, per avvolgersi dentro saturando. E così, con le sue esperienze straordinarie Michaux propone un’alternativa alle elaborazioni classiche del disegnare.

Henri Michaux The Mescaline Drawings - The Courtauld. Crediti: Richard Valencia

Henri Michaux The Mescaline Drawings - The Courtauld. Crediti: Richard Valencia

Henri Michaux The Mescaline Drawings - The Courtauld. Crediti: Richard Valencia

Henri Michaux The Mescaline Drawings - The Courtauld. Crediti: Richard Valencia

Henri Michaux The Mescaline Drawings - The Courtauld. Crediti: Richard Valencia

Emma Ricci, 05 maggio 2025 | © Riproduzione riservata

Disegni alla mescalina. Henri Michaux oltrepassa le «soglie» sulle rive del Tamigi | Emma Ricci

Disegni alla mescalina. Henri Michaux oltrepassa le «soglie» sulle rive del Tamigi | Emma Ricci