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Un particolare di «Ritratto psicologico dell’aviatore Azari» (1922) di Fortunato Depero

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Un particolare di «Ritratto psicologico dell’aviatore Azari» (1922) di Fortunato Depero

Depero nel «suo» Mart

A Rovereto i mille volti di un artista che è sempre stato capace di rinnovarsi

Camilla Bertoni

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«Quando vivrò di quello che ho pensato ieri, comincerò ad aver paura di chi mi copia». Proiettato nel futuro, così scriveva Fortunato Depero: nato a Fondo in Val di Non nel 1892, alla sua morte, nel 1960, lasciò alla città di Rovereto la sua casa museo e circa tremila tra opere, oggetti e documenti, unico museo interamente per il Futurismo.

A lui il Mart-Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto dedica dal 16 ottobre al 13 febbraio «Depero New Depero». «Un titolo pensato, spiega la curatrice Nicoletta Boschiero, responsabile della Casa d’Arte Futurista Depero, per esprimere l’idea di un artista totale e poliedrico, capace di rinnovarsi nel tempo, in cui generazioni diverse, grafici, designer o perfomer, trovano motivi di ispirazione diversi. Depero è diventato una grande fonte soprattutto dagli anni ’80, dopo la mostra torinese “Ricostruzione futurista dell’universo” e “Futurismo & Futurismi” di Palazzo Grassi del 1986 che hanno segnato la riscoperta del movimento. Mendini e Sottsass ne vennero profondamente influenzati, così come grandi autori del fumetto, a partire da Pazienza».

La sua donazione fu propedeutica alla realizzazione del Mart, spiega Nicoletta Boschiero, dando seguito alle sue idee di un progetto in divenire e di un museo dove «si mischiano le carte»: «Era una delle figure più rappresentative di Rovereto e l’autore di cui possediamo più opere, patrimonio fondamentale per la vita del museo». In mostra circa 500 lavori in cinque sezioni tra opere, disegni, mobili, oggetti, manifesti, foto, libri e riviste, e poi video, film degli ultimi vent’anni, fumetti e oggetti di design che raccontano l’«effetto Depero».

«Ci saranno opere restaurate, aggiunge la curatrice, e alcune ricostruzioni degli anni ’80 di suoi lavori perduti per la riproposizione filologica di un artista complesso e problematico: nel 1929 quando andò a New York nel mezzo della crisi economica, fu considerato un produttore di merci». La mostra si compenetra con il percorso curato da Maurizio Scudiero alla Casa d’Arte Depero, con olii che non si vedono da tempo, anche da collezioni private.

Un particolare di «Ritratto psicologico dell’aviatore Azari» (1922) di Fortunato Depero

Camilla Bertoni, 20 ottobre 2021 | © Riproduzione riservata

Depero nel «suo» Mart | Camilla Bertoni

Depero nel «suo» Mart | Camilla Bertoni