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Al Musée Granet di Aix-en-Provence si accosta il lavoro di Plossu a una sessantina di acquerelli e disegni di François-Marius Granet (1775-1849), pittore di Aix che dà il nome al museo
- Luana De Micco
- 04 luglio 2022
- 00’minuti di lettura


Uno scatto di Bernard Plossu
Bernard Plossu per un’Italia discreta
Al Musée Granet di Aix-en-Provence si accosta il lavoro di Plossu a una sessantina di acquerelli e disegni di François-Marius Granet (1775-1849), pittore di Aix che dà il nome al museo
- Luana De Micco
- 04 luglio 2022
- 00’minuti di lettura
Luana De Micco
Leggi i suoi articoliIl Musée Granet espone un centinaio di fotografie, molte delle quali inedite, di Bernard Plossu, in una mostra dal titolo «Italia discreta» che si tiene fino al 28 agosto. Anche se, a dispetto del titolo, è soprattutto la «Roma discreta» di Plossu a emergere nella selezione realizzata dal curatore, e direttore del museo, Bruno Ely, scatti delle antiche vestigia della città eterna, dei suoi vicoli, della campagna romana, a cui si aggiungono poi le escursioni tra i bei borghi toscani.
Plossu, classe 1945, francese nato a Da Lat, in Vietnam, ha quasi sempre lavorato in bianco e nero. Ma dal 1967 ha cominciato a sperimentare il colore, utilizzando la stampa Fresson che dà un effetto finale leggermente granuloso e sbiadito. Di queste foto a colori ne sono esposte una ventina, raramente presentate al pubblico.
Dopo gli studi a Parigi, Plossu viaggiò in Messico, negli Stati Uniti, in Africa. Alla fine degli anni Settanta, strinse amicizia con il fotografo Claude Nori, partecipò alla fondazione dei Cahiers de la photographies e si avvicinò alla tradizione più tipicamente francese della fotografia del paesaggio. Gli scatti «italiani» selezionati per Aix vanno dalla fine degli anni Settanta al 2017.
L’originalità della mostra sta anche nell’aver accostato il lavoro di Plossu a una sessantina di acquerelli e disegni di François-Marius Granet (1775-1849), pittore di Aix che dà il nome al museo, un altro appassionato d’Italia, che visse a Roma a più riprese tra il 1802 e il 1830 e che visitò e dipinse la campagna romana e toscana, tra Subiaco, Tivoli, Rocca di Papa, fino a Pitigliano, Lucca e Siena.