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L’istituzione ginevrina ospita una cinquantina di opere del museo ucraino, mentre la sede di quest’ultimo, quando le opere che conteneva erano già tutte evacuate, è stata danneggiata dai bombardamenti
- Luana De Micco
- 16 gennaio 2023
- 00’minuti di lettura


«Il carretto nel campo» (1848), di Ivan Aivazovskij. © Galleria Nazionale d’Arte di Kyiv. Foto Mykhailo Andreyev
Luana De Micco
Leggi i suoi articoliFino al 23 aprile il Musée Rath «dà rifugio» a una cinquantina di opere della Galleria Nazionale d’Arte di Kiev che, a causa del conflitto con la Russia, come altre istituzioni culturali ucraine ha dovuto spostare precipitosamente le sue collezioni, oltre 14mila dipinti, disegni, sculture, oggetti d’arte e d’artigianato, e metterle in sicurezza.
Il trasferimento delle opere prima a Leopoli, presso la frontiera con la Polonia, quindi in Svizzera, è stato organizzato e realizzato in pochi giorni, anche grazie all’intervento dell’Aliph, l’Alleanza internazionale per la protezione del patrimonio storico-culturale delle zone di conflitto. Nel frattempo, l’edificio della Galleria di Kiev è stato danneggiato dai bombardamenti.
Il conflitto è arrivato proprio nel centenario della nascita del museo ucraino, fondato nel 1922, grazie alle donazioni del filantropo e collezionista Fedor Tereshchenko. La mostra, dal titolo «Dal crepuscolo all’alba. Collezione della Galleria Nazionale d’Arte di Kiev», che evoca le speranze della pace nella lotta eterna tra le tenebre e la luce, riunisce dipinti e opere grafiche dell’800 e del primo ’900 sul tema della notte.
Il museo svizzero, che ha già ospitato, nel 1939, le opere del Prado di Madrid, e nel 2007 alcuni reperti archeologici provenienti dalla Striscia di Gaza, rivendica il suo ruolo di «istituzione rifugio». Sono allestite tele di Ivan Aivazovskij, che dipinse scene di vita al Cairo, Wilhelm Kotarbinski, poeta decadente dell’amore tragico, intriso di mitologia classica, Il’ja Repin, famoso per i suoi ritratti, e ancora Arkhip Kuindzhi, tra i principali paesaggisti dell’epoca, che si fece notare per i vibranti paesaggi notturni e la serie di tele in cui riproduce languidi chiari di luna, come in «Notte in riva al fiume Don» del 1882.

«Il carretto nel campo» (1848), di Ivan Aivazovskij. © Galleria Nazionale d’Arte di Kyiv. Foto Mykhailo Andreyev