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Nel secondo centenario dall’avvio degli scavi che avrebbero riportato alla luce il Capitolium di Brescia, Fondazione Brescia Musei e Ateneo di Brescia rendono omaggio a Luigi Basiletti (1780-1859), pittore, promotore della cultura neoclassica e amico di Antonio Canova (che frequentò lungamente a Roma nel primo ’800, insieme ai vedutisti giunti dal Nord Europa) ma anche divulgatore scientifico e archeologo.
Fu lui che, il 4 aprile 1823, avendo intuito grazie ai suoi studi e alla competenza maturata a Roma ciò che si nascondeva intorno a un frammento di colonna affiorante da un prato, diede il via all’avventura che avrebbe restituito a Brescia le vestigia del suo grandioso passato romano e che, nel 1826, avrebbe riportato alla luce la statua bronzea della «Vittoria Alata».
Al suo fianco aveva il conte Paolo Tosio, nel cui palazzo, attuale sede dell’Ateneo di Brescia, lavorò come pittore e decoratore e come sovraintendente al rinnovamento del palazzo, affinché potesse accogliere la collezione d’arte dei Tosio che, costituita con il suo aiuto, nel 1851 sarebbe diventata la prima Pinacoteca pubblica della città. Con lui erano anche gli altri esponenti del cenacolo dell’Ateneo e, presto, tutta la cittadinanza, che contribuì alle spese per la campagna di scavi, con un precoce caso di fundraising.
La mostra «Luigi Basiletti e l’Antico», dal 4 aprile al 3 dicembre, curata da Roberta D’Adda, Bernardo Falconi e Francesca Morandini, ne rilegge la figura attraverso i suoi dipinti della Collezione Tosio Martinengo e di Palazzo Tosio, e al tempo stesso svela per la prima volta gli ambienti dell’Ala Est del palazzo, appena restaurati. Senza dimenticare, poi, il suo ruolo nel promuovere il Museo Patrio nel Capitolium e la monumentale impresa editoriale del «Museo Bresciano illustrato».

«Il cenacolo Tosio (Autoritratto con i coniugi Tosio e quattro amici)» (1815 ca), di Luigi Basiletti. Brescia, Ateneo di Brescia, Accademia di Scienze, Lettere ed Arti