Sino al 19 novembre la Galleria Nazionale d’Arte moderna e contemporanea ospita una mostra dedicata a uno dei grandi connubi della vita spirituale dell’uomo, quello tra arte e poesia: «E la mia patria è dove l’erba trema. Gli artisti contemporanei rileggono l’opera di Rocco Scotellaro» a cura di Giuseppe Appella, riunisce, le opere di 45 artisti ispirate alle liriche del poeta lucano, morto trentenne d’infarto nel 1953.
Occasione di questa riflessione per immagini è, infatti, il centenario della nascita e il settantennale della morte del cantore della civiltà contadina sulla soglia della modernità. Ma, spiega Appella, «anche il bisogno di riattivare il rapporto, fondamentale nel passato, tra artisti e poeti. Così, dopo aver mandato a ciascun artista la raccolta di tutte le opere di Scotellaro, ho chiesto, sì, un’opera, ma anche un loro breve testo. Entrambe le testimonianze saranno pubblicate sul catalogo edito da Silvana come un dittico di parola e immagine».
Il novero degli autori di questo rispecchiamento comprende, tra gli altri, Carlo Lorenzetti, Francesco Arena, Mario Raciti, Paolo Icaro, Marco Tirelli, Stefano Di Stasio, Franco Fanelli, Claudio Verna, Giuseppe Modica, Mimmo Paladino, Giulia Napoleone, Giancarlo Limoni, Nunzio, Lucilla Catania e Roberto Almagno. Il titolo della mostra è un verso tratto da una poesia di Scotellaro: «Io sono un filo d’erba / un filo d’erba che trema / E la mia patria è dove l’erba trema (...)». Scotellaro fu anche giovane sindaco della sua Tricarico (Matera), anche se, come disse Carlo Levi, suo nume tutelare, «egli visse l’attività politica come esperienza poetica».
Fu l’autore di Cristo si è fermato ad Eboli a far conoscere al giovane lucano Calvino, Pasolini, Moravia, Bassani e Amelia Rosselli, e a spingere per la pubblicazione postuma delle sue poesie. Levi, scrittore-pittore, che Scotellaro definiva un «fratello», incarnò proprio quella parentela profonda tra la parola e l’immagine di cui, secondo Appella, anch’esso lucano d’origine, «la società odierna avrebbe tanto bisogno per risollevarsi».