Sabato 21 ottobre 2023 alla Fondazione Bassiri a Fabro (Terni) Sabato 21 ottobre 2023 alla Fondazione Bassiri a Fabro (Terni) si tiene la seconda edizione di «Venti di Ottobre», evento annuale la cui denominazione gioca di assonanze atmosferiche e di calendario. Quest’anno la giornata sarà dedicata interamente al tema scelto dal presidente della fondazione, l’artista iraniano Bizhan Bassiri (Teheran, 1954): «Il Dilemma. Come continuerebbe il mondo a esistere senza riflettersi nei nostri occhi?». La giornata, coordinata da Aldo Iori, si articola in varie occasioni corali: la tavola rotonda con artisti, filosofi, astrofisici e curatori, interventi singoli, letture, concerti con brani in prima assoluta e la presentazione di nuovi lavori
negli spazi della Fondazione.
In apertura (h. 9.30), sono visitabili due opere di Bizhan Bassiri: TAPESH–La riserva aurea del pensiero magmatico (2017) e Il Nottambulo (2019, presentato all’Iranian National Museum di Teheran), e l’installazione audio Latitudine X-1, di Francesco Antonioni. Nella Fondazione è allestita la mostra «Michelangelo nello sguardo di Amendola» (sei grandi fotografie di Aurelio Amendola di opere di Michelangelo Buonarroti), un’installazione di Renato Ranaldi e sono esposte sculture di Bizhan Bassiri, Shlomo Harush, Remo Salvadori, Sean Shanahan (collaborazione con Building, Milano).
Alle 10.30 si inizia con Carla Tatò e la lettura di testi di Jannis Kounellis, seguita dal concerto «Veni Creator», n°1 per Clarinetto solo, di Marcello Panni, versione con elaborazione elettronica del clarinettista Paolo Ravaglia. A seguire il focus della giornata: la tavola rotonda Il Dilemma. Come
continuerebbe il mondo a esistere senza riflettersi nei nostri occhi? che, presieduta da Bruno Corà, vedrà coinvolti Bizhan Bassiri, Tommaso Trini (storico dell’arte), Ersilia Vaudo Scarpetta (astrofisica del Centro Spaziale Europeo, Parigi), Stefano Velotti (filosofo, La Sapienza, Roma), il poeta Elio Pecora, Chiara Parisi (storica dell’arte e direttrice del Centre Pompidou-Metz), Guelfo Guelfi, (ghostwriter e comunicatore, Firenze), Roberto Lambarelli (storico dell’arte e fondatore della rivista “Arte e Critica”, Roma) e Valeria Li Vigni (presidente della Fondazione Sebastiano Tusa, Palermo). Alla ripresa pomeridiana, il Concerto RAW per violino solo (2005) di Nicola Sani con al violino Duccio Ceccanti. La conclusione alle 17.00 è segnata dal concerto del pianista Erik Bertsch con musiche di Karlheinz Stockhausen (Klavierstück IX), Luciano Berio (estratti da Six Encores) e Marco Stroppa (estratti da Miniature Estrose – Primo Libro).
L’intero evento è oggetto del cortometraggio con la regia di Andrea Cairoli. I contributi e i lavori della giornata sviluppano il 64esimo Quesito del «Manifesto del Pensiero Magmatico» (1986-2023): «Come continuerebbe il mondo ad esistere senza riflettersi nei nostri occhi?». Spiega Bizhan Bassiri, affrontando sia i contenuti «poietici» sia quelli «poetici» del tema: «Il Dilemma è un pensiero di natura intuitiva e non sottostà a un ragionamento logico lineare. Il mondo cresce a dismisura a conseguenza della nostra capacità visionaria di inoltrarsi nella galassia. Il mondo come forma del pensiero più si dilata nelle profondità più diventa capace di dilatarsi». La giornata del 21 ottobre 2023 vedrà dunque il susseguirsi di riflessioni tra ragione e visione e il ruolo dell’Autore, come ancora illustra lo stesso Bassiri: «l’Autore si riflette nella propria mente ed ogni suo riflesso nel proprio cervello genera il pensiero. L’Autore è nell’obbligo di salvaguardare la condizione dell’Infinito, giorno e notte, affinché si condensi l’Intuito nel corpo dell’Opera. In assenza della gravità. In assenza del tempo. In assenza del suono. In assenza del peso. In assenza di ogni indicazione. Ad ogni passaggio dell’Artista per i sentieri, quel sentiero si chiude e nulla resta come traccia oltre all’Opera che è l’Emblema della Visione».
Interviene anche in modo puntuale Bruno Corà (Direttore del Comitato Scientifico della Fondazione Bassiri e Presidente della Fondazione Burri): «Il Dilemma posto da Bizhan Bassiri considera l’uomo come l’unico testimone dotato di capacità intellettive e razionali. La vita che, negli animali e nelle piante, è guidata esclusivamente dall’istinto e dalla natura, sale nell’uomo ad un livello più alto: l’Uomo è «di fronte» alla natura, il mondo animale e vegetale è “all’interno”. Come indica Rainer-Maria Rilke, esiste una sostanziale differenza fra l’essere “parte della natura” e il possedere occhi “riversi e tesi” a collezionare testimonianze. Il dilemma dello sguardo sul mondo è un problema che riguarda proprio la testimonianza dell’uomo: cosa sarebbe dell’arte se non fosse vista? Cosa sarebbe la Venere di Milo senza lo sguardo di un osservatore? L’opera non esisterebbe più. L’arte in quanto tale trova la sua realizzazione nella cultura, nell’attività umana che la ricerca, e la indaga. Ed è questa la missione della Fondazione Bassiri: la multidisciplinarietà e il dialogo fra le arti e gli
artisti.
Situata a Fabro, la Fondazione Bassiri ha come obiettivo principale la promozione e valorizzazione del territorio, attraverso una programmazione annuale di eventi culturali con particolare attenzione all’arte contemporanea. Creata su iniziativa di Bizhan Bassiri e di Camilla Cionini Visani, si propone di gestire, conservare e diffondere la conoscenza dell’opera dell’artista iraniano, e, come spiega Bassiri, «anche e soprattutto di essere organismo e riferimento di promozione dell’arte attraverso iniziative multidisciplinari che spaziano fra arti visive, musica, teatro, letteratura e scrittura». E prosegue: «Sua missione è una programmazione annuale di eventi culturali legati all'arte contemporanea come ponte fra cultura occidentale e altre culture globali, lavorando all’aumento di visibilità e comprensione di artisti italiani all'estero e di artisti stranieri nel contesto italiano, anche in collaborazione di altre istituzioni».
La Fondazione dedica una particolare attenzione allo studio delle nuove tecnologie e alla promozione dell'Open Source nella ricerca artistica. Questo impegno si traduce nell'offerta di risorse e strumenti per il percorso di giovani studiosi nelle discipline umanistiche, con l'obiettivo di svolgere un ruolo significativo nella ricerca artistica e nell'evoluzione delle professioni legate alle pratiche artistiche.