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Vita al mulino del pericolo

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Redazione GDA

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Un pezzo di storia che parte dal 1700 o forse prima: il Mulino del pericolo, abbandonato e dimenticato sulla sponda del Ticino, avrebbe bisogno di essere riportato in vita. È una struttura di tipo tradizionale, con ancora le vecchie pale sul lato ovest; la costruzione della parte più vecchia è sicuramente anteriore al 1700, mentre il fienile è più recente e risale alla seconda metà dell’800.
Si trova nel territorio di Turbigo, sulla sinistra del Ticino, in una zona caratterizzata da una profonda piana alluvionale sulla quale si inserisce il tratto del fiume che muta continuamente direzione a causa delle piene impetuose. Da qui la denominazione di Mulino del pericolo, sia perché il territorio era a continuo rischio di esondazioni, sia perché, dicono le fonti storiche, legato alla presenza di briganti che periodicamente assaltavano i convogli carichi di merci che raggiungevano o provenivano dalla antica dogana austro-ungarica situata nelle vicinanze. Il mulino è lambito dall’antica Roggia Molinara che ha una portata media di circa 800 litri al secondo e un salto di circa 2 metri; una volta veniva usata per le macine del mulino, che forse sono ancora presenti, seppellite sotto metri di terra.
La struttura è composta da una casa su due piani con solai in legno e pavimenti in cotto; la parte di maggiore interesse e fascino è il fienile che non ha subìto negli anni alcun intervento che ne abbia snaturato la bellezza originaria. Ora tutto l’edificio si presenta in uno stato di degrado molto avanzato e avrebbe bisogno di un recupero conservativo con il ripristino della struttura originaria come testimonianza di un antico mestiere che l’avvento del progresso e il miglioramento generale delle condizioni di vita hanno fatto definitivamente scomparire.

Redazione GDA, 30 marzo 2015 | © Riproduzione riservata

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