Emily Sharpe
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Patrizio Bertelli, amministratore delegato di Prada, ha approfittato della presentazione a Firenze dell’«Ultima Cena» (1543) di Giorgio Vasari dopo il restauro alla presenza del presidente Sergio Mattarella, a novembre, per lanciare un appello alle società private perché sostengano il restauro del patrimonio culturale danneggiato durante i recenti terremoti nell’Italia centrale.
«Non dobbiamo dimenticare che lo Stato siamo noi. Dobbiamo avere una coscienza civica e mettere mano ai portafogli perché viviamo in un Paese magnifico, antico e fragile», ha detto Bertelli. Prada ha finanziato l’intervento sul dipinto di Vasari, esposto il 4 novembre nel refettorio della Basilica di Santa Croce di Firenze, a 50 anni dall’alluvione dell’Arno (cfr. lo scorso numero, p. 16). L’opera rimase sommersa nell’acqua per 12 ore e fu tra le migliaia di tesori d’arte fiorentini a essere danneggiati quando un torrente di fango e detriti invase la città.
L'Opificio delle Pietre Dure di Firenze (Opd) ha intrapreso il restauro del dipinto, che ora è al sicuro da eventuali alluvioni, grazie a un sistema di contrappesi che permettono di sollevarlo. Anche la Protezione civile e la Getty Foundation hanno dato il loro contributo al restauro, che rientra nella Panel Painting Initiative del Getty, che vuole formare una nuova generazione di specialisti in dipinti su tavola; finora ne sono stati formati venti. Parlando durante la presentazione, Antoine Wilmering, senior programme officer della Getty Foundation, ha definito i restauratori che si sono occupati dell’«Ultima Cena» non «angeli del fango» ma «angeli custodi».
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