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Van Eyck: il dittico del Met era un trittico

Giovanni Pellinghelli del Monticello

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Il Metropolitan Museum presenta fino al 24 aprile i risultati del restauro del dittico della Crocefissione e del Giudizio Universale di Jan van Eyck (1440-41 ca)

Con la supervisione di Maryan Ainsworth, curatrice del Dipartimento di pittura europea, i due dipinti e le loro cornici sono stati sottoposti a indagini tecniche mirate a chiarire i dubbi di cui sono oggetto da lunga data, in particolare se già in origine formassero un dittico o se invece fossero le ali laterali di un trittico, il cui pannello centrale sia andato perduto.

La seconda ipotesi trova sostegno nella microanalisi scientifica delle cornici e nel confronto tra i risultati della riflettografia a raggi infrarossi sulla Crocefissione, che ne ha reso leggibile il disegno preparatorio, e un disegno dello stesso soggetto attribuito a Van Eyck (1390-1441 ca) recentemente riscoperto e acquisito dal Boijmans Van Beuningen Museum di Rotterdam.

La radiografia delle cornici del dittico ha rivelato un testo scritto, seppur molto danneggiato, sulla parte piana del telaio sotto la doratura. Il testo è in fiammingo e in alfabeto gotico minuscolo, in contrasto con la scritta in rilievo in latino sulla pastiglia della modanatura concava delle due cornici.

Ciò induce a una rilettura di forma e funzione dei due dipinti proposta nella mostra che presenta i risultati del restauro e li espone a confronto con il ritrovato disegno del Boijmans Van Beuningen Museum e con opere analoghe di Beato Angelico e Pietro Lorenzetti, codici miniati e dittici in avorio.

Il restauro del dittico del Metropolitan rientra in un più ampio progetto di studio e restauro delle opere di Van Eyck, tra cui il celebre Polittico dell’agnello mistico della Cattedrale di Gand, sottoposto a un intervento quinquennale avviato nell’autunno del 2012 e sostenuto dalla J. Paul Getty Foundation.

Denominato Verona Project (Van Eyck Research in OpeN Access), il progetto è finalizzato allo studio e alla documentazione di tutte le opere firmate o attribuite all’artista, 17 tavole conservate in 10 Paesi, ed è condotto dall’Institut Royal du Patrimoine Artistique di Bruxelles.

Giovanni Pellinghelli del Monticello, 10 marzo 2016 | © Riproduzione riservata

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