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Un provinciale a Montmartre

Anna Orlando

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La serie completa dei suoi 28 celebri manifesti sarebbe ragione sufficiente per visitare la mostra «Toulouse-Lautrec. Luci e ombre di Montmartre» al Palazzo Blu dal 16 ottobre al 14 febbraio.

Il nome dell’artista è ben noto, ma lo si incontra di rado nelle mostre, perché il suo catalogo comprende soprattutto opere di grafica: oltre ai manifesti, anche disegni e moltissime litografie, ben 351 realizzate tra 1891 e il 1901, anno della morte precoce a 37 anni.

Debilitato nel fisico perché affetto da nanismo, poi malato di sifilide e alcolista, Henri de Toulose-Lautrec attraversa con la velocità fulminea di una meteora la stagione fervida della Parigi bohémienne di cui è fedele, disincantato, quasi crudele testimone.

Le 150 opere raccolte a Pisa, divise in cinque sezioni, abbracciano il percorso del giovane catapultato dalla provincia francese (nasce ad Albi, una meravigliosa cittadina dei Pirenei) nel vortice folle di Montmartre, dei cabaret e delle case chiuse. Il visitatore è accolto con un’introduzione sull’atmosfera e i protagonisti del quartiere parigino. Seguono poi sezioni tematiche sul teatro, sull’attività di pubblicitario e infine sulle opere dedicate alla vita delle prostitute. Dipinti e disegni concludono l’excursus mostrando altri soggetti cari all’artista: cavalli, circo e scene di vita quotidiana.

Opere di alcuni artisti italiani a Parigi a lui vicini completano il focus proposto dalla curatrice, Maria Teresa Benedetti, che nel saggio introduttivo in catalogo ricorda anche il germe innovativo delle sue scelte linguistiche: «Il carattere arbitrario delle inquadrature, le forme bruscamente interrotte, le prospettive eccentriche che evocano tagli di tipo fotografico», dalla portata ben più ampia e duratura delle mere citazioni dalle sue opere.

Anna Orlando, 23 settembre 2015 | © Riproduzione riservata

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