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Laura Giuliani
Leggi i suoi articoliMentre sulle pagine dei quotidiani campeggiano le immagini dei più significativi monumenti archeologici presi di mira dalle truppe dell’Isis in Siria e in Iraq, il Centro Ricerche Archeologiche e Scavi di Torino per il Medio Oriente e l’Asia(Crast), che da più di 50 anni opera in quei luoghi mettendo a disposizione conoscenze e competenze, presenta una serie di fotografie su «Ninive. Una capitale assira tra passato e presente» in una mostra allestita dal 7 luglio al 31 ottobre nell’Aula Colonne presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. A Ninive, una delle tre capitali dell’impero neoassiro insieme con Nimrud e Khorsabad in Iraq, nel 2002 e nel 2003 il Crast effettuava due missioni in collaborazione con l’allora Istituto Centrale per il Restauro di Roma (ora Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro, Iscr) e il sostegno del Mibac, quest’ultimo all’epoca sotto l’egida di Giuseppe Proietti. Le immagini di Angelo Rubino e Stefania D’Amico, fotografi dell’Iscr, riportano alla campagna fotografica realizzata in quegli anni, finalizzata alla documentazione scientifica del sito nell’ottica di interventi di restauro e conservazione degli ambienti del Palazzo senza uguali di Ninive e soprattutto degli ortostati, le lastre di alabastro che rivestivano la base dei muri del Palazzo con scene scolpite riconducibili alle gesta militari del re Sennacherib. «Una documentazione davvero unica, sottolineaStefano de Martino, uno dei curatori della mostra con Carlo Lippolis e Lucio Milano, ancora più significativa oggi perché non sappiamo che cosa resta e che cosa sopravviverà di questo palazzo costruito per volontà del re Sennacherib (704-681)». Secondo le fonti antiche l’edificio doveva essere di enormi dimensioni e davvero unico per decorazione e preziosità dei materiali utilizzati: oro, argento, bronzo, corniola e avorio. Lo scoppio della guerra, nel 2003, ha poi impedito l’attuazione del progetto di conservazione e tutela delle lastre di pietra.
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