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Redazione GDA
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Stefano Armati e Davide Battistelli
Il giorno di Sabato Santo ci siamo recati a visitare Villa Mazzacorati e il suo giardino, a Pasquetta siamo andati a Villa Aldini e siamo rimasti profondamente sconvolti e dispiaciuti nel constatare in entrambe situazioni di grave degrado.
Villa Mazzacorati risale agli inizi del XVII secolo; i suoi più importanti proprietari sono stati gli Aldrovandi-Mazzacorati, apportatori di quelle modifiche che caratterizzano tuttora l’edificio, a nostro parere una piccola Versailles: la villa vanta infatti al suo interno un teatrino settecentesco e i suoi due piani sono decorati con un timpano, colonne e porticati.
Il comune, suo attuale possessore, ha ceduto questa antica dimora alla Asl di quartiere, che l’ha adibita a poliambulatorio pubblico e a centro sociale per anziani, scegliendo per questo uso delle sale con magnifici pavimenti. Da quanto abbiamo potuto vedere, la muratura esterna è decadente e bisognosa di un restauro urgente. Sulla facciata a destra c’è una finestra con storici vetri infranti aperti agli agenti atmosferici, che danneggiano gli ambienti interni. Sulla terrazza in alto a destra è stata posta una grondaia in plastica color arancione che stride nettamente con l’armonia della struttura. Cosa più grave, l’antico teatrino interno, degno di maggior tutela e interesse, è ora inagibile a causa del crollo del soffitto; infine, nel giardino macchine e motorini vengono parcheggiati senza attenzione.
Speravamo poi che la visita a Villa Aldini, costruita all’inizio dell’800 quale dimora di Napoleone intorno a un santuario del XII secolo dedicato alla Madonna del Monte e decorato con affreschi dell’epoca, sarebbe stata piacevole e culturalmente stimolante; anche qui, purtroppo, abbiamo avuto una pessima sorpresa: il giardino era incolto e ci siamo imbattuti in macchine parcheggiate, tossicodipendenti che bevevano e si drogavano e infine ho potuto vedere gli ospiti della vicina struttura per extracomunitari che, giocando a calcio, tiravano pallonate contro le antiche mura.
Nei giorni seguenti abbiamo scritto alle circoscrizioni e alla polizia municipale, i quali ci hanno risposto rimpallando le responsabilità gli uni agli altri. Ci auguriamo che con questa lettera le autorità competenti si rendano conto dei tesori che Bologna possiede e che meritano di essere protetti e valorizzati anche per i cittadini che desiderano visitarli in tranquillità.
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