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Sotto assedio la caserma Redi

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Massimo Lisi, Capitano di Vascello della Riserva della Marina Militare

Il 24 giugno il sindaco di Firenze e il Ministro della Difesa hanno inserito nella lista dei beni dell’Esercito alienabili la caserma Redi, importante struttura militare utilizzata per la Sanità posta nel centro della città e ricca di testimonianze storiche e artistiche.

Ciò che più preoccupa è la concretissima possibilità che questa caserma venga venduta ad acquirenti stranieri che, pur nel rispetto della conservazione del bene e delle preziose opere in essa conservate, non ne permetteranno più la fruibilità da parte dei fiorentini e dei cittadini tutti. L’edificio, infatti, risalente al Trecento, ospita una cappella dell’epoca in cui tuttora si celebra la messa, un’Aula Magna i cui affreschi sono stati recentemente restaurati e in cui si tengono conferenze, un monumento del 1924 dedicato ai medici militari caduti durante il primo conflitto mondiale realizzato con il bronzo dei cannoni austriaci, la cancellata dell’ingresso e altri elementi architettonici fabbricati con il metallo del filo spinato e l’unico Museo della Sanità Militare in Italia, in cui si possono vedere non solo fotografie del XIX secolo sulle malattie tropicali e referti medici della guerra ’15-18.

La caserma, che era in passato sede del Dipartimento di Medicina Legale dell’Esercito (ora trasferito a La Spezia, presso l’ex Ospedale Militare della Marina) è, oggi, sede del Poliambulatorio dell’Istituto Geografico Militare dell’Esercito, per il personale dell’esercito della Toscana, ma come tale non espleta più i servizi di radiologia e risonanza magnetica (che svolgeva quando aveva il rango di dipartimento di medicina legale). Le apparecchiature, tuttavia, sono ancora conservate imballate presso la caserma Redi e i militari che si recano a visita medica presso il poliambulatorio o provvedono in proprio a presentare la documentazione radiologica oppure vengono inviati a La Spezia, in regime di missione comandata.

Anche le istituzioni si stanno opponendo alla decisione del Governo: la Soprintendenza dei Beni culturali chiedendo una proroga di un anno alla messa in vendita dell’edificio e la Regione Toscana proponendo di mantenere la caserma Redi convertendola in una «Casa della salute» dotata di apparecchiature per la risonanza magnetica e la radiologia accessibile anche alla popolazione civile.

Questo progetto sarebbe più che fattibile, dato l’ottimo stato di conservazione dell’opera, e la necessità per Firenze di un reparto di radiologia, sia per i militari che devono andare fino a La Spezia per una radiografia, sia per i cittadini i quali, data l’incapacità delle altre strutture pubbliche di soddisfare le numerose domande, devono rivolgersi a privati, con conseguente aggravio di spese.

La proroga sta per scadere, rendendo la vendita della caserma Redi sempre più inevitabile. Una tale scelta riempirebbe, non solo me, di profondo dolore e delusione.

Redazione GDA, 12 gennaio 2016 | © Riproduzione riservata

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