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Federico Florian
Leggi i suoi articoliNel 1998 Cildo Meireles realizzò «Chove Chuva», un’installazione «atmosferica» che prende il titolo da un noto pezzo di bossa nova del musicista brasiliano Jorge Ben Jor. L’opera ricrea una pioggia reale sotto cui gli spettatori sono invitati a sostare: un lavoro a prima vista ludico, sotto cui si nasconde un’implicita denuncia della mala gestione delle riserve d’acqua nella città di San Paolo.
È questa una delle opere incluse nella doppia personale dell’artista brasiliano (1948) e del collettivo Various Artists (fondato da Trudo Engels e composto da 24 artisti immaginari) presso la sede di San Gimignano della Galleria Continua, dal 26 settembre al 9 gennaio. La mostra è strutturata come un’intervista visuale, una sorta di botta e risposta in cui i due partecipanti (Meireles attraverso installazioni e lavori storici, Various Artists mediante nuove produzioni) riflettono su quattro tematiche chiave, slegate l’una dall’altra: l’acqua, le feci, la matematica e la nozione di valore.
Se Various Artists replicano alle provocazioni di «Chove Chuva» con un oliveto sommerso dall’acqua («Drowning bonsai»), Meireles affronta il tema della matematica con l’opera «Virtual Volumes» (1968-69), nella quale l’artista brasiliano esamina le potenzialità della geometria euclidea usando tre piani per definire una figura nello spazio. Discorso, quello sulla matematica, sviluppato da V.A. con «Human Mathematics», una metodologia alternativa di disegno a metà tra arte e geometria. Se a proposito della questione «valore» entrambi giocano sull’idea di opera d’arte come merce e oggetto di speculazione, essi affrontano il tema degli escrementi evocandone l’immagine opposta: Meireles attraverso due ambienti trasparenti ricolmi di rose e vasi da notte («KU KKA KA KKA», 1992), Various Artists ricorrono all’immagine della perla, simbolo di innocenza e bellezza.
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