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Władysław Slewinski, «Étude», 1897 © Photographic Studio of the National Museum in Krakow / Jacek Świderski

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Władysław Slewinski, «Étude», 1897 © Photographic Studio of the National Museum in Krakow / Jacek Świderski

Sbirciare dal buco della serratura

Il Musée Marmottan Monet di Parigi mette in scena l’intimità femminile con una mostra dedicata alla «Toilette»
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Redazione GDA

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Parigi. Donne che si insaponano nelle vasche da bagno, che si cambiano d’abito e si fanno belle davanti allo specchio: il Musée Marmottan Monet mette in scena l’intimità femminile nella mostra «La Toilette. La nascita dell’intimo», che dal 12 febbraio al 5 luglio racconta i riti legati al corpo dal ’400 ad oggi. Riti che, secondo i curatori Nadeije Laneyre-Dagen e Georges Vigarello, specialisti della questione, al di là della conquista dell’igiene, hanno contribuito anche alla creazione di nuovi spazi e forme di intimità. La mostra si apre sui disegni di Dürer e del Primaticcio e presenta un arazzo olandese del ’500, prestato dal Museo del Medioevo di Cluny, su cui figura una nobile giovane donna che fa il bagno circondata dalle ancelle. Si cavalca il tempo con le tele della scuola di Fontainebleau, tra cui «Donna che si spulcia» (1638) di Georges de la Tour. Si entra nel secolo dei Lumi con le scene intime e sfrontate di donne alle prese con sottogonne e merletti di François Boucher. Si incontrano i nudi sensuali degli impressionisti Manet, Degas e Bonnard, e quelli «geometrici» degli artisti d’avant-garde con, tra le altre opere, «Il rossetto» di František Kupka. Sono allestiti anche «Donna con l’orologio» di Picasso e «Donna allo specchio» di Cagnaccio di San Pietro, prestato dalla Fondazione Cariverona (nella foto, Władysław Slewinski, «Étude», 1897).

Władysław Slewinski, «Étude», 1897 © Photographic Studio of the National Museum in Krakow / Jacek Świderski

Redazione GDA, 17 febbraio 2015 | © Riproduzione riservata

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