Marta Paraventi
Leggi i suoi articoliAl termine di un importante e delicato lavoro di restauro la «Crocifissione» di Allegretto Nuzi (a Fabriano dal 1346 alla morte nel 1373), conservata nella Chiesa delle suore Orsoline di Friburgo (Svizzera) ma di provenienza ignota, è esposta a Fabriano nella Pinacoteca civica «B. Molajoli» fino al 16 Ottobre 2022 nella mostra promossa dal Comune «Allegretto Nuzi e la Crocifissione di Friburgo. Oro e colore ritrovati» (fino al 16 Ottobre).
Il progetto di restauro è stato avviato al termine della recente monografica fabrianese dedicata al maestro curata da Andrea De Marchi e Matteo Mazzalupi: finanziato dal Convento delle Orsoline di Friburgo, il restauro è stato compiuto da Lucia Biondi che aveva esaminato il dipinto durante l’allestimento della mostra, accorgendosi della qualità della pittura nonostante fosse mortificata da uno spesso strato di materiali scuri ed opachi, sicuramente legati alle vicende conservative.
Nel corso del restauro, infatti, al di sotto del deposito di nero fumo e vernice ingiallita, è stato possibile recuperare «con un meticoloso intervento di pulitura, la pittura tipica di Allegretto, con i squisiti accordi cromatici e le pennellate sottili, che sfumano dolcemente le une nelle altre», ha dichiarato la restauratrice. L’esposizione della «Crocifissione» si è inoltre eccezionalmente arricchita ai lati di due tavole che raffigurano rispettivamente «Sant’Agnese» e una «Santa Martire»: rinvenute in un sequestro da parte del reparto operativo sezione antiquariato del Comando dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, le due opere sono state avvicinate alla «Crocifissione» da Emanuele Zappasodi.
«Con ogni probabilità, dichiara lo storico dell’arte, il complesso di provenienza delle tavole doveva essere un polittico di dimensioni contenute, con la Crocifissione centrale, sormontata dal tondo col "Cristo benedicente" del Museum of Art del Bowdoin College di Brunswick nella cuspide, le due tavole recuperate, a loro volta affiancate da almeno un altro scomparto, sulla scorta della fortuna del modello nel corso del Trecento a Firenze».
Altri articoli dell'autore
La Fondazione Cassa di Risparmio della città marchigiana ospita a Palazzo Bisaccioni una quarantina di opere realizzate tra la fine della Seconda guerra mondiale e l’inizio degli anni Sessanta
Le cinque stanze sono state restaurate e riallestite. Accolgono tra l’altro il camerino dorato di Guidubaldo e la «Madonna di Senigallia» di Piero della Francesca
Nella Galleria Nazionale dell’Umbria un lungo percorso dal Medioevo all’età contemporanea, con opere accomunate dall’uso del «metallo giallo» nelle più svariate tecniche. Il museo perugino ospita anche un omaggio a Gerardo Dottori
L’ex direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria, vicesindaco e assessore alla Cultura di Perugia, illustra i suoi nuovi progetti. Sui musei statali autonomi dice inoltre: «Si è promosso alla guida di musei così importanti chi poteva vantare solo esperienze del tutto diverse...»