Enrico Tantucci
Leggi i suoi articoliDa Tiziano ai pittori fiamminghi, da Jacopo Tintoretto a Giambattista Tiepolo: Palazzo Ducale a Venezia ospita a partire dal 23 marzo anche una raccolta ma preziosa pinacoteca accanto al suo abituale percorso museale. Si tratta della riproposizione in chiave moderna della storica Quadreria, aperta nei primi decenni del Seicento quando all’interno del Palazzo si vollero esposte, accanto ai dipinti istituzionali, opere «da cavalletto» donate o provenienti da collezioni private.
Fu il caso dei dipinti donati al Ducale dal cardinal Domenico Grimani. Opere di origine fiamminga, estranee quindi alla tradizione pittorica veneziana, ma presto diventate presenze fisse negli ambienti del Palazzo. Si è partiti da qui per la riproposizione della raccolta in chiave moderna, affidando il riallestimento allo scenografo Pier Luigi Pizzi, più volte impegnato negli ultimi anni in operazioni analoghe nei musei veneziani, da Palazzo Mocenigo a Palazzo Fortuny.
Negli spazi della Sala della Quarantìa Criminal, della Sala dei Cuoi e di quella del Magistrato alle Leggi sono così ora raccolti celebri dipinti già presenti nel percorso museale del Ducale (primo fra tutti «Venezia riceve da Nettuno i doni del mare», di Giambattista Tiepolo), insieme ad altri che riguardano in particolare un nucleo di opere molto importanti della pittura fiamminga provenienti da due collezioni private belghe che li hanno ceduti in prestito a lungo termine, dando seguito alla collaborazione già avviata con la mostra «Da Tiziano a Rubens», svoltasi nel 2019 nella stessa sede.
Spiccano, in particolare, una serie di dipinti di Maarten de Vos, allievo del padre di Rubens, che completò la sua formazione presso la bottega di Tintoretto, a sua volta educato allo stile di Tiziano. Come testimonia la sua magnifica «Maria Maddalena penitente», che per la sofferta sensualità rimanda all’omonima opera di Tiziano presente a Pitti. I dipinti di De Vos sono esposti accanto a quell’«Inferno» attribuito a un anonimo seguace di Hieronymus Bosch, che è l’unico dipinto superstite di quelli che erano mostrati pubblicamente al Ducale dal 1615.
L’ultima delle tre sale della Quadreria, in particolare, mostra, illuminati nella penombra da una luce soffusa, una serie di capolavori, a cominciare dal «Ritratto di dama con figlia» di Tiziano, già nella collezione Barbarigo ma ora di provenienza belga, che si pensa rappresenti l’amante del pittore e la loro figlia Emilia. Segue «L’angelo che annuncia il martirio a Santa Caterina di Alessandria» di Jacopo Tintoretto, che un tempo si trovava nella scomparsa chiesetta di San Geminiano in Piazza San Marco e che faceva parte anche della collezione di David Bowie. E, ancora, la «Maria Maddalena in estasi» di Artemisia Gentileschi, anch’essa in prestito collezionistico a lungo termine.
Esposte anche altre opere di Giovanni Bellini, Tiziano, Antoon van Dyck, Salviati, tra gli altri. La Quadreria dovrebbe essere integrata anche da altre opere, come il «Leone marciano andante» di Vittore Carpaccio, ora esposto all’interno della mostra in corso al Ducale. È atteso anche un altro grande dipinto ancora nei depositi del Ducale, il «Cristo morto sorretto dagli angeli» di Paris Bordon. Un «work in progress» pittorico destinato probabilmente ad arricchirsi nei prossimi anni.
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