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L'esterno della Gam di Bologna

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L'esterno della Gam di Bologna

Quale futuro per la Gam di Bologna

Stefano Luppi

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Il primo maggio compie quarant’anni l’edificio,  realizzato dall’architetto e pittore Leone Pancaldi (1915-95), che sino al 2007 ha ospitato la Galleria d’arte moderna e contemporanea poi trasformata in MAMbo e trasferita all’ex forno del pane.
La Gam, sita in piazza della Costituzione al fianco dei padiglioni della Fiera, venne infatti inaugurata il primo maggio 1975 con mostre dedicate a Giorgio Morandi, Luciano Minguzzi, Luciano De Vita e Xanti Schawinski, ma la sua realizzazione fu preceduta da un lungo dibattito. Oggi l’anniversario riporta alla ribalta l’edificio di 2.500 metri quadrati, che per decenni ha ospitato l’ampio patrimonio del museo oggi diretto, nella sua «nuova» forma da Gianfranco Maraniello: è stato ribattezzato «Sala Maggiore», il Comune l’ha venduto a Bologna Fiere e vi sono ospitati ogni anno solo alcuni convegni e catering. Di recente l’ex Gam è stata anche la sede di una mostra visitatissima come «Body Worlds», difficilmente però ascrivibile al settore artistico per cui il luogo era stato ideato da Pancaldi, autore negli anni Sessanta anche della apprezzata riqualificazione della Pinacoteca Nazionale di Bologna.
Il presidente di Bologna Fiere Duccio Campagnoli spiega che «L’anno prossimo Arte Fiera compie 40 anni anch’essa e in quella occasione lavoreremo per ricordare la destinazione artistica dell’edificio. Occorre pensare a un progetto innovativo, immaginando anche come riqualificare quei locali, ma tutto il quartiere fieristico ha bisogno di una ristrutturazione». L’ex soprintendente Andrea Emiliani tempo fa ha lanciato l’idea di collocarvi una Casa del design. Un'idea bocciata dall'assessore comunale alla cultura Alberto Ronchi, che spiega: «L’idea della Casa del design è bella e suggestiva, ma poi occorre fare quadrare i conti: insieme alla Fiera ragioneremo con chi si occupa di cultura, ma certo occorrerà ripristinare lo spazio modulare e aperto che aveva ideato Pancaldi».
Silvia Fanti, curatrice di Xing Xing, network bolognese che ha organizzato all’ex Gam alcune iniziative ha una proposta: «Ho pensato spesso a quel luogo come a una Casa delle performance», dice.  Il figlio dell’architetto della Gam, Giuliano Pancaldi spiega: «Mio padre pensò all’edificio come a una casa degli anni artisti, un luogo sperimentale visto che quelli erano gli anni del Centre Pompidou realizzato a Parigi. Non ha mai esposto lì come architetto, nel 1975 gli dedicò invece una mostra Palazzo dei Diamanti di Ferrara».
Pancaldi jr custodisce i disegni del padre e sta per trasferirli presso gli archivi della Fondazione Gramsci.

L'esterno della Gam di Bologna

Stefano Luppi, 29 gennaio 2015 | © Riproduzione riservata

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