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Antonio Aimi
Leggi i suoi articoliI Parcours des Mondes hanno rispecchiato la varietà del mercato di arte etnografica e asiatica
Nel numero scorso avevamo scritto che la XIV edizione dei Parcours des Mondes sarebbe stata segnata dall’arrivo dell’arte dell’Asia statuale e dalla Fang Mabea che la galleria Dulon aveva acquistato nel giugno 2014 per 4,35 milioni di euro.
Per quanto riguarda quest’ultimo pezzo, tuttavia, dobbiamo riconoscere che ci siamo sbagliati, perché, essendo stata venduta appena prima dell’apertura, non ha marcato questa edizione dei Parcours. Il suo posto, però, è stato preso da un’altra opera eccezionale: la statua Luba del Maestro di Warua, che il 15 maggio scorso Dulon aveva comprato all’asta a 3,6 milioni di dollari. E a riprova dell’interesse del mercato per i pezzi di grande livello, anche quest’opera è stata venduta prima della chiusura dei Parcours. Non è noto il prezzo di vendita dei due capolavori, anche se non è difficile immaginarne l’ordine di grandezza.
Per quanto riguarda, invece, l’arrivo dell’Asia statuale, non c’è dubbio che la presenza dell’arte di India, Cina, Giappone ecc. ha notevolmente arricchito i Parcours, che tuttavia sono riusciti a mantenere il loro profilo di «fiera non fiera», che riesce a coniugare la presenza di capolavori che potrebbero arricchire importanti musei con tratti amichevoli e informali.
«Dai dati che ci ha fornito la municipalità, ha dichiarato Pierre Moos, direttore generale della manifestazione, quest’anno i Parcours sono stati visitati da circa 20mila persone, un risultato straordinario che si combina con la soddisfazione dei 21 mercanti di arte asiatica che sono qui per la prima volta. Sono soddisfatti delle vendite e pensano di tornare l’anno prossimo». «Il successo di questa edizione, ha aggiunto Alex Arthur, direttore artistico dei Parcours, mi permette di anticiparvi che nel 2016 in rue Visconti apriremo uno spazio per mostre e che continueremo con l’iniziativa di Café Tribal, il nostro centro dedicato agli approfondimenti tematici che quest’anno ha visto un’alta presenza non solo di collezionisti ma anche di specialisti dei musei e delle università».
Nel riferire dei Parcours non si può non parlare dei pezzi «milionari», tuttavia è bene sottolineare che anche l’edizione del 2015 ha confermato che nel settore dell’arte «altra» c’è ancora la possibilità di comperare opere di livello museale a prezzi molto ragionevoli, in tutte le fasce del mercato.
Nella nicchia delle opere di alto livello (tra i 100mila e il milione di euro) si devono segnalare alcune splendide Fang (quest’anno l’offerta di questa tipologia era particolarmente ricca, ma con differenze molto notevoli nel rapporto qualità/prezzo tra un mercante e l’altro). In quella di medio livello (tra i 10mila e i 100mila euro) dobbiamo mettere in evidenza la presenza di maschere Dan e Akan e di elmi giapponesi, non solo belli e affascinanti, ma dimostrativi di una lavorazione straordinaria. Infine, per le opere inferiori ai 10mila euro, è importante ricordare che erano presenti vere occasioni, come alcuni acquerelli indiani del XIX secolo, le miniature Inuit, i netsuke giapponesi. Inutile ricordare, tuttavia, che per scegliere, come sempre, occorre avere occhio, non seguire le mode: si acquista un oggetto e non solo il suo pedigree.
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