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Peripezie della Biblioteca dei Girolamini

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Redazione GDA

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Sembra non più a rischio il posto di lavoro presso la Biblioteca dei Girolamini, la più antica d’Italia dopo la Malatestiana di Cesena e oggi gestita dallo Stato attraverso il Mibact, di Mariarosaria Berardi, Piergianni Berardi e Bruno Caracciolo, i tre bibliotecari che nel 2012 rivelarono il depauperamento dell’antico patrimonio librario della Biblioteca, attiva dal 1586, portato avanti da una serie di persone tra cui l’ex direttore Marino Massimo De Caro. Quest’ultimo, già consigliere di due ex ministri della cultura, Giancarlo Galan (oggi agli arresti domiciliari per indagini collegati al Mose di Venezia) e Lorenzo Ornaghi, nonché stretto collaboratore del fondatore di Forza Italia e bibliofilo Marcello Dell’Utri (condannato in secondo grado a sette anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa), aveva esibito titoli di studio e docenza universitaria rivelatisi fasulli. Non solo: De Caro, arrestato nel maggio 2013, è stato condannato in appello per aver sottratto, insieme a complici, preziosi volumi antichi dalla biblioteca. La situazione si scoprì nel marzo 2012 grazie a una denuncia dei Berardi e nel gennaio 2013 il presidente della Repubblica Napolitano li insignì del titolo di Cavalieri al merito della Repubblica. Tomaso Montanari («la Repubblica», 17 dicembre) sostiene che il 15 dicembre il direttore generale biblioteche del Mibact, Rossana Rummo, avrebbe chiesto in una lettera ufficiale alla Direzione regionale Campania del Mibact se fosse «necessaria la prosecuzione della collaborazione dei signori Berardi e Caracciolo» e se non fosse «possibile una riduzione dell’orario». Pronta la smentita di Rummo («la Repubblica», 18 dicembre): «I tre dipendenti sono stati assunti dall’Ordine degli Oratoriani dei Girolamini e non dal Mibact, con contratti annuali. I tre rapporti di lavoro sono stati quindi assorbiti dal Mibact che, nei limiti della legge, si è fatto carico di tutti gli oneri (...), ha rinnovato i contratti in scadenza il 31 dicembre 2014, senza averli mai interrotti e impegnandosi a proseguirli fino al pensionamento». La richiesta urgente alla Direzione regionale della Campania in merito alla proroga dei tre contratti era necessaria, secondo Rummo, per avviare  tutto l’iter procedimentale.

Redazione GDA, 12 gennaio 2015 | © Riproduzione riservata

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