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Carlotta Venegoni
Leggi i suoi articoliMalgrado oggi siano sempre più numerosi gli studi che analizzano il patrimonio artistico del XIX secolo, permane il convincimento che sia uno stile «freddo, rigido, enfatico, borghese, reazionario, ripetitivo, formale e banale». In quest’ottica Stefano Fera analizza la sorte dei palazzi genovesi dove il gusto ottocentesco degli interni si era integrato con l’impianto medievale. Gusto destinato a essere soppiantato, brutalmente, da pavimenti in resina, muri con mattoni a vista, «artisticamente» segnati da lacerti di murature antiche a pelle di leopardo «glassati con fissativi sberluccicanti», o ancora open space dove le antiche strutture architettoniche vengono «sbudellate senza pietà».
Il «finemente ristrutturato» ricorda un necrologio: l’immagine della casa genovese, e di quella italiana, di epoca premoderna è destinata a scomparire. Rimane, pertanto, preziosa testimone la letteratura. Martin Piaggio, il maggiore poeta satirico in lingua genovese del XIX secolo, è tra quelli che hanno saputo «dipingere con parole», come tableau vivant ambienti, personaggi, attività che animavano questi edifici.
In Viaggio in casa, scritto con arguzia in dialetto genovese con traduzione a fronte, Piaggio accompagna il lettore, per scale, stanzoni, porte e finestre, in palazzi dei quali aveva diretta conoscenza per via del suo lavoro di mediatore immobiliare. La poesia, realistica e dettagliata, permette di riscoprire il vivace cuore commerciale di Genova, «gli orpelli leziosi e manierati dei decori interni», e consegna una nuova cultura dell’ambiente in cui si desiderava abitare. La testimonianza delle poesie di Piaggio è corredata da immagini che evocano ambienti e costumi descritti, e dalle incisioni illustrative, segnate da uno spiccato gusto ironico e satirico.
Viaggio in casa
di Martin Piaggio
a cura di Stefano Fera
127 pp., 45 ill. col. e b/n
Il Canneto, Genova 2017
€ 14,00
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