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Arianna Antoniutti
Leggi i suoi articoliLa limpida voce di Fabio Mauri si è spenta nel maggio del 2009, ma la sua eco risuona ferma, come pure salda è la persistenza della sua opera. Sospeso tra memoria personale e impegno ideologico, il lavoro di Mauri è stato non a caso selezionato da Okwui Enwezor per la mostra «All The World’s Futures» della Biennale di Venezia fortemente orientata verso temi sociopolitici. La reminiscenza individuale e il suo rapporto con la storia è difatti centrale nell’elaborazione poetica dell’artista, e di questo il volume Fabio Mauri. Archivio di memoria, curato da Dionigi Mattia Gagliardi, dà conto con meticolosità e rigore.
Un libro per ricordare Mauri secondo modalità inconsuete, una miscellanea di testimonianze volutamente non omogenee, testi inediti, disegni, fotografie: ciascuno degli autori (Francesca Alfano Miglietti, Nanni Balestrini, Achille Bonito Oliva, Maurizio Calvesi, Laura Cherubini, Carolyn Christov-Bakargiev, Umberto Eco, Sebastiano Mauri, Lea Vergine, Augusta Monferini, Sergio Lombardo, Adachiara Zevi, tra gli altri) ha scelto un proprio modo di ripensare all’uomo e all’artista, dando vita, scrive il curatore, a un «dialogo intimo», a «un’opera inedita collettiva».
Completano l’Archivio di memoria un testo scritto da Mauri nel 1988, «Ricostruzione della memoria a percezione spenta», un estratto dall’intervista di Marco Marini all’artista, pubblicata nel 2012 sulla rivista «nodes», e infine due sezioni dedicate, rispettivamente, a disegni e studi preparatori, e a immagini di repertorio e opere. Queste ultime riassumono i principali momenti espositivi di Mauri, con lavori come «Che cosa è il fascismo» (1971), «Ebrea» (1971), «Il Muro Occidentale o del Pianto» (1993). In chiusura, gli apparati bio-bibliografici a cura dello Studio Fabio Mauri.
Fabio Mauri. Archivio di memoria,
a cura di Dionigi Mattia Gagliardi
176 pp., ill. b/n
Numero Cromatico Editore, Roma 2015
€ 28,00
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